williamdollace 5 / 10 06/09/2009 22:07:45 » Rispondi un paio di Grandi sequenze, sinfonie classiche di morte alfanumerica, oggetti vecchi che fanno sentire il loro fetore, oggetti da appendere al collo con scritte eterne che sembriamo non comprendere al momento fra speranze colate e qualche spaurito tono di speranza inutile, apocalissi collegate al finale di irreversible dove anche qui tutto è scritto anticipatamente e irreversibile, impossibile tornare indietro ma solo localizzare con la tecnologia a servizio del determinismo, fede e caos contrapposti con la Verità che il Tempo distrugge tutto nelle ultime ore consumate male e in ritardo, segnali dal futuro ma soprattutto dal passato, segnali dagli inanimati metallici frastuoni lasciati lì alla polvere in attesa di annegarli nel whisky o di rinchiuderli in scatole con fiocco e bisbigli, cose cosmologia e astrofisica shyamalaniane alla portata dell’occhio umano e della pompa sommersa sotto il costato in funzione anche nella disper/azione: negli occhi di Cage un mondo finito prima e in anticipo nel fuoco di un incendio, un’apocalisse che non può più fargli nulla, pur credendo di sentire tutto e ovunque. Ma anche tutto e ovunque hanno una fine e sono un esatto conteggio di morti calcolate, numerate, catalogate e abbracciate, fino ai titoli di coda e alle improbabili luci ridicole e spaccaocchi.