ULTRAVIOLENCE78 10 / 10 08/09/2009 07:56:46 » Rispondi Alejandro Gonzalez Inarritu aveva capito che non si poteva rappresentare l'irrapresentabile. Niente cinema, niente sequenze, niente trama. Solo qualche flash e il resto lasciato al senso d'impotenza e spaesamento espresso dalla concitazione di chi tenta di descrivere qualcosa, trovandosi di fronte all'inenarrabile. Di un'essenzialità micidiale: l'assurdo della realtà trasmesso senza alcuna mediazione artificiosa, ma solo con l'impatto emotivo del momento. Un turbinare di frastuoni e una babele di voci immerse nel disorientamento, dalle quali emerge la percezione lancinante del caos che irrompe inspiegabilmente. Dopodichè una sola domanda, diretta e immediata: “La luce di Dio ci guida o ci acceca?” Se l'ipertrofia dell'immagine telegiornalistica depotenzia la portata tragica dell'evento, allora non rimane che ridurre tutto a qualche “frame”: “oscurare” e "de-spettacolizzare" per giungere al cuore del dramma vissuto individualmente e collettivamente.
Alejandro Gonzalez Iñárritu aveva capito che non si poteva rappresentare l'irrapresentabile. Niente cinema (tradizionale), niente sequenze, niente trama. Solo qualche flash e il resto lasciato al senso d'impotenza e spaesamento espresso dalla concitazione di chi tenta di descrivere qualcosa, trovandosi di fronte all'inenarrabile. Di un'essenzialità micidiale: l'assurdo della realtà trasmesso senza alcuna mediazione artificiosa, ma solo con l'impatto emotivo del momento. Un turbinare di frastuoni e una babele di voci gettate nel disorientamento, dalle quali emerge la percezione lancinante del caos che irrompe inspiegabilmente. Dopodichè una luce bianca e una sola domanda, diretta e immediata: “Does God’s light guide us, or blind us?” Se l'ipertrofia dell'immagine telegiornalistica depotenzia la portata tragica dell'evento, allora non rimane che ridurre tutto a qualche “frame”: “oscurare” e "de-spettacolarizzare" per giungere al cuore del dramma vissuto individualmente e collettivamente.
julian 15/09/2009 00:05:45 » Rispondi Non avrei saputo commentare meglio.
julian 15/09/2009 21:42:43 » Rispondi No dico davvero. Hai descritto tutto quello che ho provato io e hai spiegato con parole che non avrei saputo trovare. Questo corto è mostruoso e Inarritu è un genio.
Ciumi 18/09/2009 07:19:06 » Rispondi M'ero dimenticato di dirtelo: anche se ancora il film non l'ho visto (ma lo sto scaricando, e un po' me lo posso immaginare), il tuo commento è molto bello. Di grande impatto l'immagine della Babele di voci disorientate.
ULTRAVIOLENCE78 18/09/2009 13:58:34 » Rispondi Mi fa piacere che ti sia piaciuto. Ok, vedilo e poi fammi sapere.
Ciumi 30/09/2009 17:52:09 » Rispondi Visto. Ed ora capisco perché ti sei soffermato unicamente sull’episodio di Inarritu. Se il voto dovesse riferirsi esclusivamente ad esso, sarebbe un 10 senza ripensamenti. Non tutti gli episodi però raggiungono quel valore artistico. Comunque grazie davvero per il consiglio. Quello di Inarritu è forse il momento cinematografico più intensamente elevato offertoci in quest’inizio di millennio.
ULTRAVIOLENCE78 30/09/2009 19:59:25 » Rispondi Se per caso t'interessa un altro film che considero un capolavoro, ti consiglio JADE di Friedkin, la cui rece è peraltro di prossima uscita. 10 e soltanto 10 per questa straordinaria opera metacinematografica, altro che il 3,75 di media...
Ciumi 30/09/2009 20:20:38 » Rispondi Sì, ho visto che hai mandato la recensione di questo film. Ci darò un'occhiata. Di Friedkin tra l'altro ho da poco visto Bug, che non mi è affatto dispiaciuto. Certo che la media è davvero scoraggiante...
ULTRAVIOLENCE78 30/09/2009 20:27:55 » Rispondi E' scoraggiante solo perchè non ne hanno capito il valore intrinseco, che va al di là della storia pura e semplice: colto quello, cambia tutta la prospettiva.