Marco Iafrate 6 / 10 13/10/2009 20:15:22 » Rispondi Siamo noi gli orfani. Forse tutto è legato alle aspettative, alle forze che vengono messe in campo durante la produzione di questi film ed al potenziale inespresso che ne consegue, un malinconico déjà vu ci assale durante la visione di “The Orphanage, pseudo-horror con ambizioni molto più grandi del risultato ottenuto in campo. Intendiamoci, il film si fa vedere, la mano di Del Toro (le affascinanti atmosfere sono le stesse del “Labirinto del fauno” e de “La spina del diavolo” ma lì siamo su un altro livello) compensa, anche se solo in parte, una regia ed una sceneggiatura deboli, a tratti al limite del grottesco. La formula marito-moglie-figlio alle prese con la solita, enorme, inquietante casa stregata ed i fantasmi che la abitano, se non porta idee nuove, gestite con maestria e capacità registica rischia di finire nel calderone del “già visto grazie!”. Sono molteplici le pellicole che hanno visto telecamere indugiare in corridoi, scale, cantine, solai; il mistero che si nasconde dietro la solita porta chiusa non è più tale, troppo spesso sappiamo benissimo quello che ci aspetta, il colpo di scena è telefonato; la colonna sonora, se qualcuno dovesse distrarsi, accompagna l’azione prevedibilmente. Azzardata è anche la definizione “Horror” che in questo film è relegata praticamente nei 30 secondi della scena della porta, il resto è cinema fantastico: persone defunte che si mescolano con quelle viventi, visibili, quasi sempre, ad uno solo dei protagonisti e, logicamente, a noi spettatori per dare materia all’invisibile; apparizioni da brivido; colpo di scena finale (non sempre perfettamente riuscito come in questo caso) basato sul fin troppo sfruttato scambio tra il regno dei morti e quello dei vivi. Un ringraziamento va a David Lynch per aver dato lo spunto (poco originale quindi) al regista per creare la maschera del bimbo protagonista. A molti è piaciuto, io aspetto qualcosa di più coinvolgente.