kowalsky 4½ / 10 14/10/2009 01:03:23 » Rispondi La "storia" raccontata sul Signore degli anelli padano, alias Alberto di Giussano, sembra uscita dalle biblioteche dei patronati e delle sale parrocchiali: un effluvio di imprecisioni, un fiume in piena di deliranti proclami, il cui epilogo finale finisce proprio per esprimere compiutamente, e nel modo peggiore possibile, la caratteristica obsoleta di "film di regime", come ai vecchi tempi del cinema italiano premiato con la coppa Mussolini.
Onestamente ho fatto uno sforzo enorme a cercare di "dimenticarmi" la politica e a godermi con puro spirito neutrale un film storico-avventuroso, in parte stuzzicato dallo sforzo produttivo del progetto (Martinelli viene finanziato senza riserve, in Italia) e dai ricordi affettuosi nei confronti di un certo sottogenere all'italiana (anni sessanta e affini), ma è praticamente impossibile non confrontarsi con la politica attuale, vista anche l'operazione "gentilmente" coercitiva della propaganda leghista nei confronti del film.
L'effluvio interminabile dell'operazione-Barbarossa domina incontrastata nel segno della cosiddetta purezza nordica, ma soprattutto prevale lo spirito battagliero e falsamente anarchico degli uomini di Bossi e delle camice verdi: un'orgoglio che si traveste di Nuovi Barbari (Compagnia della Morte), di proclami deliranti ("Meglio morti che schiavi"; "Chi sopravvive a un fulmine sfugge alla mano di D.io"), di giustizia territoriale-regionale, decisamente in linea con lo spirito oltranzista del primo partito (ahimè) del Nord-Italia di oggi.
E allora, che facciamo, torniamo tutti alle città-fortezza, agli olifanti di Torquato Tasso, ai nostri egoismi regionali?
Io, sottovoce, propongo di leggere due ottimi libri sull'argomento, storicamente più rilevanti di questo film, ovvero "La voce della Dea" e "La custode dei segreti" scritti da un'amico e scrittore padovano, Federico Moro.
Forse agli "amici" leghisti direi che farebbero bene a preoccuparsi, perchè il Barbarossa dei nostri giorni mi sembra proprio Sua Emittenza, loro alleato di governo.
Ripeto: è davvero difficile discernere la ragione politica del film dal suo "valore" neutrale, e credo onestamente che gli ultimi venti minuti siano degni di rappresentare il peggio del peggio dell'intera operazione e di tutta la storia del cinema con velleità storico-politiche: è come se Martinelli, un regista che il peggio di sè lo ha già dato (cfr. il mercante di pietre) si sentisse egli stesso "armato" di un delirio d'onnipotenza e riuscisse a vomitare tutto quello che, almeno nella prima parte, era riuscito quantomeno a contenere (la propaganda di regime, proprio quella)
E' un film "di pancia", coerente con una certa ignoranza culturale di questi anni, dove non c'è spazio per le sfumature e i tormenti interiori, dove domina una retorica devastante (ed era prevedibile), ma anche un senso delirante del sacrificio popolare espresso in una costante (badate) rappresaglia delle istituzioni di ieri ma soprattutto di oggi.
Qualche personaggio azzeccato non manca: il personaggio di Eleonora (l'ottima Kasia Smutniak), per quanto vergognosamente abdicato del suo ruolo epico-storico (più che una strega da clichè medioevale, sembra una Divinità preposta a difesa del suo territorio) è interessante, Murray-Abraham, col suo ghigno mefistofelico, rassicura un indiscutibile piacere visivo (anche se finisce per diventare una parodia di se stesso, alla fine). Un paio giusto di sequenze suggestive rimandano al Pupi Avati de "I cavalieri che fecero l'impresa", o al vecchio cinema di Cottafavi, ma niente più.
Sono assolutamente convinto che questo film DEBBA ESSERE VISTO nonostante sia pretestuoso e didascalico, delirante e ipocrita, reazionario e falso.
E' per la stessa ragione per cui uno sforzo produttivo enorme non potrà mai emergere al di là della sua proverbiale mediocrità: perchè - come dicono in molti - non è accettabile che un film storico in Italia sia in realtà un puzzle ai limiti del plagio di tante pellicole d'oltremanica, primo su tutti Braveheart, di cui mantiene soltanto l'aspetto blandamente epico-revanscista della vicenda.
Ma se dovessimo mandare in vacanza il cervello e dimenticarsi che gli spadoni sguainati à la Manowar oggi rientrano nell'esuberanza folklo-territoriale della lega nord e di codesti figli illegittimi dei Celti, scopriremmo un film che è (per fortuna o per disgrazia) davvero esilarante: soprattutto l'ultima parte è talmente assurda, inverosimile e ridondante che è facile travolgere la sala con una lunga sequenza di risate liberatorie o (soprattutto) imbarazzate: forse la vergogna si può nascondere anche così
E alla fine, ci resta un film che avrebbe potuto forse rappresentare qualcosa di più concreto (o magari solo un sano ritorno al cinema di genere, nonostante il cachet produttivo) invece di impatanarsi in una logica moralizzante di propaganda tale da far sembrare Scipione l'Africano di Gallone storicamente più attendibile dell'ultima "fatica" di Martinelli
mkmonti 09/11/2009 14:41:08 » Rispondi delusione kowalsky.....da te non mi aspettavo sto votone a sta bojata pazzesca :))
Gualty 14/10/2009 02:12:43 » Rispondi non l'ho ancora visto, ma concordo sulla necessità delle risate liberatorie. Per questo mi son visto Troppo Belli persino un paio di volte, questo diventerà uno di quei film da vedere con gli amici per farsi qualche risata amara. Ma non ho intenzione di pagare il biglietto, quindi aspetterò... probabilmente sarà il primo film a uscire in prima visione assoluta su rete55
bulldog 14/10/2009 08:10:46 » Rispondi Questa si che è una bestemmia. Martinelli deve avere 1 fisso.
kowalsky 14/10/2009 11:02:33 » Rispondi C'è di peggio, purtroppo
LEMING 14/10/2009 11:33:02 » Rispondi Solo un piccola considerazione....io non sono un'amanta del regista Martinelli, dei suoi film ho visto solo Vajont, e non mi è particolarmente piaciuto, tutti gli altri suoi film (compreso questo) non lo ho visti, ma leggendo tutte le vostre critiche al regista, sono andato sulla sua scheda per vedere le medie degli altri suoi film, ed ho constatato che a parte questo, hanno tutti la sufficienza abbondante, ed allora mi sono chiesto, ma quindi non dovrebbe proprio essere un'inetto totale come trasparirebbe dalle vostre critiche a questo film!? Non vorrei che ivostri giudizi siano solo anti-lega e leggermente faziosi, vero!? Se potete chiaritemi le idee, perchè sono al corrente della gente che frequenta il sito, e non sono per niente tranquillo. Ciao Lemming
LEMING 14/10/2009 11:33:33 » Rispondi amante e non amanta, scusate
The Gaunt 14/10/2009 14:03:28 » Rispondi Di Martinelli ho visto Vajont, Piaza delle Cinque Lune e Il mercante di Pietre: personalmente mi hanno fatto schifo tutti e tre per svariati motivi che non spiego perchè ritengo non siano importanti di fronte ad altre considerazioni. Bisogna guardare il tutto da un punto di vista più pratico: i film di Martinelli, a prescindere dal loro livello qualitativo, non incassano abbastanza per la mole di fondi ricevuti, fondi statali intendo. Malgrado questo, continua a fare film senza un ritorno economico, in pratica riceve soldi a fondo perduto. E' questo che fa incazzare, non tanto l'appartenenza politica.
LEMING 14/10/2009 14:07:25 » Rispondi Ma allora che cos'è....un raccomandato! Però io mi riferivo anche alla media su questo sito, che è abbastanza positiva, come te lo spieghi? Lemming
The Gaunt 14/10/2009 14:15:32 » Rispondi La media non me la spiego o almeno è secondaria rispetto al discorso che ho fatto. Poi a ben vedere ogni suo film non ha una marea di voti, sono troppo pochi.
Jellybelly 14/10/2009 16:41:19 » Rispondi Veramente anche il mercante di pietre ha 4,7... Per il resto guarda, io ho visto Carnera ed il Mercante e li ho trovati inguardabili, indipendentemente dall'appartenenza politica; poi secondo me il peggior regista che c'è in Italia è Alex Infascelli, notoriamente comunista, quindi stiamo pari. In realtà il problema è quello citato da Gaunt, ovvero che questo qui per girare 'sta roba invereconda si becca milioni su milioni di Euro da Ministero e Rai Cinema, senza mai aver imbroccato un risultato al botteghino (salvo Vajont). Questo Barbarossa (che comunque mi riprometto di vedere) è costato 30 milioni di euro, tutti sborsati da Rai Cinema e Ministero, ovvero da noi cittadini, ed ha incassato 800.000 euro. A me 'ste cose fanno veramente girare le scatole, soprattutto quando vengono dopo flop su flop.
kowalsky 15/10/2009 21:22:44 » Rispondi Risposta a Leming: Martinelli è un regista mediocre che realizza pellicole a seconda di come va il vento... quindi zero contenuti psicologici coraggio di dire cose scomode e via dicendo (ci ha provato con Porzus e lì sì è difficile dargli ragione perchè sembra abbia fatto il film - brutto - con l'intento di sollevare un polverone). Il suo ultimo film poteva anche funzionare senza menzionare la lega nord, diciamo, come una rievocazione inattendibile ma volonterosa della storia. Il punto è che alla fine si va incontro proprio a quello che temevamo: un'accozzaglia di retorica di regime che farebbe impallidire goffredo alessandrini... insomma, rovina quel poco di buono che avrebbe potuto fare di Barbarossa un passabile film di genere... ti basta?