jack_torrence 7½ / 10 16/11/2009 15:37:38 » Rispondi Che spudorata vena surreale, che grande capacità di estrarre dalle immagini il massimo potenziale visionario concepibile! I debiti di Jodorowsky nei confronti di Bunuel e Dalì sembrano evidenti, ma questo è un complimento perché la statura del film non è inferiore a questi due maestri del surrealismo. Forse Jodorowsky dimostra un autocompiacimento eccessivo e una esigua capacità di tenere a freno la sua vena. Ma meno male! Prima parte del film: un susseguirsi di frammenti slegati da un filo logico rigoroso. Il film si sovraccarica di simboli e allusioni al potere e alla sopraffazione di cui è intrisa la civiltà occidentale (memorabile la messinscena della conquista delle Americhe da parte dell'esercito di rane e della grandguignolesca carneficina che segue, con fiumi di sangue che colano dai modellini delle piramidi maya e azteche). Seconda parte: dalla giustapposizione dei personaggi che vengono presentati uno ad uno fuoriesce un clamoroso ritratto di cosa sia la guerra e come si esercita il potere sulle masse nella società contemporanea. Il ritratto di una imprecisata dittatura sudamericana si estende in modo verosimile, e raccapricciante, a un qualunque luogo e qualunque presente. L'ultima mezz'ora - quando il plot si fa più narrativo - cala un po' rispetto alla prima e alla seconda parte del film, ed è un vero peccato (a una prima visione), perché sino ad allora il film si era mantenuto ai livelli di un massimo capolavoro.