ULTRAVIOLENCE78 6½ / 10 26/11/2009 18:43:13 » Rispondi Francamente, i contenuti della pellicola più famosa di Friedkin sono di un risibile sconcertante. All’epoca il regista di Chicago credeva ancora in una redenzione attraverso la fede, ma poi si sa com’è andata a finire (cfr. “Jade”). Comunque, il film è indubbiamente pregevole nella fattura e merita lodi per la sua straordinaria capacità di produrre tensione; e poi si tratta di un’opera che va analizzata all’interno di un percorso artistico che s’è evoluto nel tempo per ciò che concerne il rapporto dell’uomo col male. Del resto, l’esperienza cinematografica di Bresson insegna.
Ciumi 26/11/2009 20:17:31 » Rispondi Dai Davide, adesso non è che l’universo intero possa ruotare attorno ad una manciata di titoli: Jade, Elephant, l’11/09 di Inarritu, l’ultimo Bresson e compagnia bella…
E confrontare il percorso artistico di Bresson con quello d’un regista come Friedkin, non credo sia opportuno. Comunque nei primi lavori di B. sono già presenti tutti i temi che s’estremizzeranno negli ultimi. Ué, è un mio parere…
ULTRAVIOLENCE78 26/11/2009 20:27:40 » Rispondi Certo che sono paragonabili nella ricerca della salvezza, che poi s'è dimostrata vana.
Ciumi 26/11/2009 21:24:24 » Rispondi Jade prima o poi lo devo vedere. La ricerca della salvezza in un film come “L’esorcista” non so fino a che punto possa essere autentica. Rimane un film (molto buono nella prima metà) che ha innanzitutto scopi commerciali. In Bresson, a mio parere, la vanità è insita sin dai primi passi della sua ricerca. La sua salvezza non è mai eterna ma terrena, e si attua nell’astensione e nella rinuncia al “male”… ma anche al “bene”.
ULTRAVIOLENCE78 26/11/2009 22:37:17 » Rispondi "Diario di un curato di campagna": ennesima pellicola presa a esempio dalla Chiesa. Il curato "stremato, senza più forze ed affetto da un tumore allo stomaco, si ritira nella casa di un suo compagno di seminario spretatosi da tempo, dove trascorre gli ultimi giorni della sua vita confortato dall’inequivocabile pensiero che la sua esistenza terrena sia stata una grazia di Dio" (wp). Esorcismi o non esorcismi, è sempre il cristianesimo ad illuminare la (retta) via; per fortuna tutti e due si sono poi ravveduti...
Ciumi 27/11/2009 06:54:03 » Rispondi “Il protagonista è alcolista per tara familiare, e non riesce a vedere altro che fallimento e assenza: "L'anima tace, Dio tace". La frequentazione dell'anziano parroco di Torcy, suo amico e figura per lui paterna, è l'unico sostegno nel vuoto della sua sconfinata solitudine” (wp).
Il simbolo di purezza, di ritegno, anche di disagio, negli ultimi lavori si stempera in quel fondale del “male” che era già dipinto largamente nei primi. Il suo approdo al totale sconforto non rende “illuminati dalla fede” i suoi esordi; ed anzi segnala con chiarezza dov’essi sin da subito erano indirizzati.
Ah dimenticavo: in quella manciata di titoli ci sono tutti quelli (s)consigliati dalla C.E.S.
ULTRAVIOLENCE78 27/11/2009 08:40:33 » Rispondi Devo dedurre che non ti sei visto l'excipit del film (http://www.youtube.com/watch?v=zCw552pNL60&feature=related): la pecorella smarrita, come in ogni parabola che si rispetti, si ritrova nel finale. Idem per il libro: "Gli “eroi perdenti e quasi perduti” di Bernanos però, quando la lotta è finalmente giunta al suo termine - pur soffocati da fardelli, vizi e sofferenze inaudite, pur tentati dalla disperazione di non poter salvare né la loro anima né quella degli altri secondo l’immensa missione loro affidata da Dio (sempre e comunque volti nella direzione del Divino) - riescono a conquistare quella Grazia e quella Santità, tanto ansiosamente ricercate." Le ultime parole (famose) del curato: "Tutto è grazia". Ma vaff.ancul0 (http://www.youtube.com/watch?v=nx_qEBhvUbE)! Senti Murizio, è inutile continuare 'sto non-dialogo, per cui non scassarmi più i maroni sulle pellicole di stampo teistico e torna a recensire/incensare i film di Tarko, Kieslo, Olmi e altre amenità del genere. Bye.
Ciumi 27/11/2009 09:33:16 » Rispondi Ok, finiamola pure con questo non-dialogo. Comunque il primo ad avere scassato i maroni su queste “pellicole di stampo teistico” sei stato tu nei miei commenti a “Ordet” e a “Sacrificio”. E lo stesso “Curato” (che guarda caso fa parte della famosa lista nera), lo hai tirato in ballo tu. Io continuerò a recensire i film che trovo interessati (che non si limitano a Tark e Olmi, ho scritto anche le rece de “L’eclisse”, “The chelsea girl” e altre ancora che trattano argomenti diversissimi). Soprattutto sceglierò io, liberamente, quelli che ho piacere a recensire, senza che qualcun altro lo faccia per me, che si chiami C.E.S. o Mauro Lanari.
Jellybelly 27/11/2009 11:08:54 » Rispondi Posso dirti che eri più simpatico quando non cercavi a tutti i costi di emulare Lanari? A questo punto preferisco quello vero, almeno so che è spontaneo. State affrontando una discussione, tra l'altro anche di buon livello; fatelo fino in fondo, senza attacchi personali.
ULTRAVIOLENCE78 27/11/2009 21:34:57 » Rispondi Ti sbagli: mai stato più spontaneo, schietto e sincero. “Diario di un curato di c.” l’ho tirato in ballo come paradigma dell’evoluzione del percorso artistico di Bresson che, proprio per la ricerca della fede finita male, può essere accostato a quello di Friedkin; accostamento messo in dubbio dal sig. Ciumi, che si rifiuta di accettare la matrice religiosa in tutti quei film che lo fanno andare in visibilio. Siccome ho capito che parlare con lui equivale girare a vuoto, allora meglio troncare di netto la discussione, così entrambi evitiamo di perdere tempo. Comunque su Bresson ha iniziato lui allorquando è venuto a muovermi saccentemente una serie di critiche al mio commento a “Il diavolo p.”. Di lì gli ho replicato a “Ordet”, cui è seguita, da parte sua, una sorta di presa per il **** pubblica, in un non mi ricordo quale 3D, sui nessi tra Kierkegaard/”coso” e Dreyer, e via discorrendo fino a questo punto. Di qui il mio invito a non seccarmi più su Bresson e “compagnia bella”, e a tornare ad occuparsi delle sue numerose recensioni, di cui può andare fiero dato che contano già un apprezzabile gruppo di “aficionados”. Quanto all’emulazione, t’assicuro che non v’è nessun pericolo, come dimostrano gli esempi di “Stranger than p.” e “Kingpin”, che ho deciso di recensire dopo che Mauro m’aveva fatto capire di essere giunto ad abiurarla.
Ciumi 27/11/2009 22:53:51 » Rispondi Certo che qui siamo ai livelli delle scuole medie! Davide, ricordo la critica che ti feci per primo a “Il diavolo p.”, credo fosse il primo contatto, allora manco ci conoscevamo. E quindi? Cos’è ‘sto vittimismo? Allo stesso modo ti ho fatto dei complimenti, quando i commenti mi erano piaciuti, (per esempio nella tua rece a “Stati di alluc.” e nel commento a “11/09”), dimostrandoti la mia volontà di instaurare con te un rapporto amichevole. Non mi pare tu ti sia disposto a fare altrettanto, dato che da parte tua ho solo ricevuto critiche, frecciatine, allusioni, come dimostra anche quest’ultimo tuo intervento. E neppure ho mai voluto mancarti di rispetto. La sorta di presa per il cu.lo pubblica è stata un malinteso, a tempo mi ero chiarito nello stesso 3D, copio-incollo ciò che ti scrissi: “Davide, se ti ho chiamato in causa è proprio perché ho ritenuto potesse essere interessante discutere con te (una voce fuori dal coro) su questo film. Non volevo essere arrogante o impertinente, figurati.” Più chiaro di così. Poi cosa significa, se una persona muove su di te una critica (sui contenuti del commento, non personale) in maniera educata, diventa automaticamente meritevole d’insinuazioni e disprezzo? Esempio: il Kowa, che in altre occasioni mi ha espresso la sua stima, nel mio ultimo commento a “Bastardi senza gloria” ha criticato il mio giudizio. Cosa dovrei fare adesso, discriminarlo a vita? Non diciamo fesserie!
Inoltre, io non nego la matrice religiosa di alcune opere che ho commentato, ti volevo solo far capire il perché, pur non essendo credente, le potevo trovare interessanti; e che ho anche apprezzato ben più numerose opere che sono l’esatto opposto. Non ho mai girato a vuoto, anzi, io ho provato a ragionare, esponendomi anche troppo, ma per sostenere un colloquio bisogna essere almeno in due. Probabilmente tronchi i discorsi perché non hai ben chiaro cosa rispondere.
E capirai che tutte le frecciatine che mi tiri di continuo: “Sig. Ciumi” (mi ripresento: mi chiamo Maurizio, ho 32 anni, quindi credo pressappoco la tua età); “lo fanno andare in visibilio”; “parlare con lui equivale a girare a vuoto”; “sue numerose recensioni, di cui può andare fiero dato che contano già un apprezzabile gruppo di aficionados” (solo per limitarci a quest’ultimo intervento), oltre ad essere sciocche, infime e infantili, possono risultare offensive. Quindi tienile per te.
Quanto alla spontaneità, non posso che essere pienamente d’accordo con Jelly, credo tu sia piuttosto condizionabile. L’emulazione, mi pare, non sia solo nei gusti, ma addirittura nei comportamenti. Te lo dissi qualche giorno fa, oggi te lo dice Jelly, insomma, non penso che siamo entrambi dei folli.
Detto ciò, ti garantisco che non nutro comunque alcun rancore nei tuoi confronti. Un solo consiglio: prendila un po’ più alla leggera; alla fine il commentare, il rispondere e il recensire dovrebbe essere uno svago, non una battaglia.
ULTRAVIOLENCE78 28/11/2009 10:27:29 » Rispondi 32 anni? Allora forse dovrei dire dr. Ciumi...
Ciumi 28/11/2009 11:32:15 » Rispondi Non dr., l’università non l’ho fatta. Maurizio è sufficiente. Il 78 del nick si riferisce alla tua data di nascita? Se sì, siamo praticamente coetanei. Dai mettiamo fine a questa ostilità. Ci siamo chiariti, ci siamo sfogati. Credo tu sia, come me, una persona piuttosto sensibile, quindi in qualche modo vulnerabile: e abbiamo entrambi ingigantito un po’ la questione. Io ci metto una pietra sopra.
ULTRAVIOLENCE78 28/11/2009 13:20:50 » Rispondi Buon per te: io, invece, sono gravato da una laurea "ad dolorem".
Ødiø Pµrø 26/11/2009 21:34:43 » Rispondi Lascia fare, ti quoto in pieno.
Ødiø Pµrø 26/11/2009 21:37:49 » Rispondi Pardon, avevo letto tutto al passato. Naturalmente devo escludere dal quote la parte della tensione.
Ciumi 27/11/2009 06:54:59 » Rispondi Odio, tra i film (s)consigliati dalla C.E.S. ci sta pure quello sfi.gatello di Marcellino… sì sì ridi pure: cattivo!!! Comunque anche a me da ragazzino aveva fatta parecchio ca.gare sotto “L’esorcista”.
Ødiø Pµrø 27/11/2009 12:42:51 » Rispondi Ma no, io ho un gran rispetto per un film che ha un gran valore cattostorico.. Quando Marcy dice al buon J.C.S. che vuole rivedere la mamma e lui l'accontenta, facendolo fuori, è fantastico.
Ciumi 28/11/2009 12:57:33 » Rispondi E tu smettila di prendere in giro Marcellino sfi.gatino!
ULTRAVIOLENCE78 26/11/2009 22:40:35 » Rispondi Bè dai, sotto questo profilo non si può dire niente a Friedkin. Non so tu a che età hai visto "L'esorcista", ma quando lo guardai per la prima volta a 13 anni rimasi sveglio per tre giorni... Ma a parte questo aspetto, il film è 'na boiata clamorosa.
Ødiø Pµrø 27/11/2009 12:46:34 » Rispondi Mh, ne avevo 16, magari hai ragione te. Ma comunque è vero che ho un problema in questo senso, non m'impressiono molto facilmente. Magari vengo sconvolto o colpito in altro modo, come nel recente caso di Freaks.