Blutarski 7½ / 10 23/01/2010 18:14:55 » Rispondi Niente di nuovo, Allen è tornato come ci si augurava alla commedia alla Allen a cui eravamo abituati. Boris Yellnikoff è un'altro tassello nell'evoluzione dell'omo sapiens allens se mi concedete la metafora, ancora più misantropo, ansioso e pessimista, nonostante si ammorbidisca nel finale. Gli altri personaggi sono estremamete stereotipati, dei clichè che l'abile burattinaio Allen manipola per i suoi giochini psicologici e freudiani, mostrandone con ironia i prevedibilissimi limiti e difetti. Si va dalla frivola e fiorente Melody, la ragazza del sud annebbiata dal complesso di Elettra, alla madre frustrata e alcolizzata in apparenza bifolca che si trasforma in un'artista a la page, per arrivare al padre infedele mai pago sessualmente a causa della sua omosessualità celata. L'unico in grado di avere la 'visione d'insieme' (particolarmente azzeccato è il gioco dei dialoghi col pubblico) è Boris, egli è ovviamente Allen, sempre in crisi con se stesso e incapace di adattarsi al suo tempo, ma l'unico che sembra in grado di percepire il senso della vita, il patetico teatro dell'esistenza in cui ogni essere umano deve recitare la sua parte e a cui non può sfuggire. Infatti, nonostante cerchi di sottrarsi inutilmente a questa specie di farsa (due suicidi non riusciti), Boris deve infine rassegnarsi al ruolo di infelice che gli compete. Chi è un estimatore della verve di Allen non rimarrà certo deluso.