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UN BACIO E UNA PISTOLA regia di Robert Aldrich

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8½ / 10  25/01/2010 22:51:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' sorprendente vedere come gli stilemi classici del noir possano congiungersi, in maniera splendida, con un'ottica visionaria e stilistica del tutto innovativa e spiazzante.
Lo script di "Un bacio e una pistola" è abbastanza complesso ed eclettico, almeno quanto quello di "The big sleep" di Hawks su Marlowe, ma non è solo questo: c'è una capacità sorprendente di interagire sul glamour diventano l'antitesi (v. gli attori sconosciuti e poco appariscenti, in particolare le figure femminili).
In effetti la recitazione è nella media, nulla di trascendentale, ma la capacità di Altman è fuori discussione: si veda il modo inconsueto e strepitoso con cui il film inizia - una donna che corre nell'autostrada - e finisce (quasi un monito per il cinema fantapolitico degli anni successivi).
"Un bacio e una pistola" è un film formidabile, capace di attraversare tante sfumature e di creare solo alla fine nello spettatore la rivelazione definitiva ma anche la sensazione di avidità e di corruzione del potere umano.
"Ieri stavo cercando un filo, adesso sto cercando uno spago" dice Mike Hammer, personaggio di Spillane qui radiografato impetuosamente nella sua totale mancanza di eroismo (deciso a perseguire i suoi scopi ad ogni costo, amorale e cinico).
Un film che riesce a dominare il climax da guerra fredda attraverso una serie di rivelazioni atte a vessare (o sostituire) le attese del pubblico tradizionale.
Memorabili certi personaggi minori (il napoletano appassionato di lirica, il laido medico nell'obitorio, i due benzinai velatamente gay, il coucher nero assomigliante a Duke Ellington) in contesti dove tutto sfugge, tutto è dominato dall'attesa - o dalla violenza - o dalle musiche di Nat King Cole e Chopin