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CODICE GENESI regia di Albert Hughes, Allen Hughes

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Invia una mail all'autore del commento Larry King     7 / 10  01/03/2010 13:49:51 » Rispondi
Divertentissimo cocktail di citazioni che vanno dal fumetto (Ken il guerriero) allo spaghetti western (uno dei protagonisti fischietta la musica di Per un pugno di dollari), la versione comica dello stesso (la s*****ttata al saloon stile Spencer & Hill), l'horror anni 70 (la casa di Non aprite quella porta), il riferimento iconoclasta (Il pianeta della scimme, qui il Golden Gate prende lo stesso valore che la Statua della libertà aveva in quel film), il recente "Io sono leggenda" (Washinghton rimasto, in quel momento, l'unico sopravvisuto, ascolta attraverso l'ipod Al Green, come WIll Smith ascoltava Bob Marley), il forse dimenticato "2022: i sopravvisuti" con Charlton Eston (sulla risoluzione del problema alimentare), addirittura Frank Capra con Arsenico e vecchi merletti (vedi spoiler) e ovviamente, last but not the least, il filone post apocalittico alla Mad Max, ma anche i suoi epigoni nostrani, alla G. Castellari.
Altri punti sicuramente a favore gli interpreti: Tom Waits, a cui è affidato il compito di "ricaricare"la musica, il villain di Gary Oldman, qui quasi la caricatura del suo personaggio in Leon, la sua "spalla" Ray Stevenson, a cui è affidato un breve ma significativo momento catartico, senza dimenticare, Jennifer Beal, la quale incarna attraverso la bellezza del proprio volto, segnata dall'età e dagli eventi, la passività dell'essere umano di fronte non solo alla catastrofe, ma anche alla coercizione del potere (salvo poi avere lei stessa una rivalsa fondamentale).
La chiave di lettura conclusiva sulla forza della fede superiore a quella della vista e la definitiva svolta mistica sono meno convincenti e fanno abbassare drasticamente la valutazione complessiva.

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