amterme63 9 / 10 31/03/2010 23:29:29 » Rispondi Le caratteristiche che fanno questo film qualcosa di unico e speciale anche all’interno del genere horror sono soprattutto lo stile realista con cui viene trattata la storia e l’anticonvenzionalità dei personaggi e dello svolgimento. I fatti narrati sono ovviamente assurdi e inverosimili, eppure tutti gli avvenimenti vengono vissuti e trattati come se fossero degli eventi correnti della realtà quotidiana. Fin dalle prime battute del film si nota la rappresentazione senza filtri del banale e del reale: ragazzi che si lamentano della pesantezza di una bara, discutono e allo stesso tempo progettano una serata in un locale; il tutto espresso in maniera sciolta e con linguaggio colloquiale. E’ questo il segreto che rende l’impatto dell’inspiegabile e dell’orribile ancora più esplosivo; non si dà la sensazione di assistere ad un film di genere o a un’opera di svago, tutto fa pensare ad una cronaca di un fatto reale o a un documentario. L’evento viene addirittura seguito in televisione e riportato in maniera che sembra che stia accadendo veramente. Viene spontaneo pensare al modo con cui Orson Welles usò la radio per fare la cronaca dello sbarco degli extraterrestri. Contribuisce anche il modo con cui vengono rappresentati i mostri, cioè gli zombi, in pratica come persone normalissime: un operaio, una cameriera, il vicino di casa, e questo rende il “male” ancora più inquietante. L’orrore si afferma come qualcosa di improvviso e inspiegabile, come accadrà molto spesso nei film americani degli anni ’70. Il non sapere, il non conoscere è la prima origine del panico e del terrore. E’ poi un utile espediente per testare la reazione delle persone sotto assedio. Qui il quadro però cambia abbastanza rispetto ai canoni consolidati dei western e dei thriller classici. Prima di tutto il personaggio principale è una persona di colore, cosa piuttosto rivoluzionaria per l’epoca. Poi non esiste il buono o il cattivo, l’egoista e il disinteressato perfettamente riconoscibile. Certo il padre è una persona egoista e meschina che anche nel pericolo pensa solo a se stesso, ma anche il protagonista Ben ha mire autoritarie e non esita a farsi giustizia da solo. Altra nota anticonvenzionale è lo svolgersi non prevedibile dei fatti. In genere nei film classici si perveniva prima o poi all’idea giusta che sbloccava la situazione e risolveva il problema. Qui invece le scelte si rivelano sbagliate e le iniziative falliscono. Il finale poi è assolutamente ironico e volutamente non lieto. Alcune scene horror risultano ancora oggi piuttosto forti. All’epoca infransero il tabù del cannibalismo e dell’affetto familiare, come pure quello dell’innocenza dell’infanzia. Ci sono diverse letture esterne alla storia che possono essere fatte, tutte però con approccio piuttosto ambiguo. Quello che salta all’occhio per primo è il risvolto religioso. Il predicatore ha infatti rilievo nella storia. L’atteggiamento di Romero nei suoi confronti è ambivalente: potrebbe avere anche ragione, ci potrebbe essere davvero lo zampino del “diavolo”. Il fatto che sia “sopravvissuto” è già qualcosa che sa di miracoloso. D’altro canto è rappresentato come un esaltato, un fanatico, una persona forse malata mentalmente. Sono molti poi gli accenni politici. La caccia finale sembra quella di adepti tipo Ku Klux Klan, le foto finali riecheggiano quelle dell’assassinio di Martin Luther King. Gli zombi stessi, essendo rappresentati più che altro da componenti della classe proletaria, accennano forse a una specie di ribellione violenta dai bassi strati, ribellione con connotazioni elementari e primitiviste. Del resto quello del regresso all’animalità e alla brutalità “incivile” è sempre stato il timore/desiderio che ha percorso l’immaginario collettivo degli ultimi 40 anni. Un signor film, quindi, attualissimo ed estremamente efficace anche adesso, nonostante l’aspetto dimesso, il nudo bianco-nero e la mancanza quasi totale di “effetti”. Questi sono i grandi film, tutto succo e poca buccia.
oh dae-soo 20/06/2010 11:58:59 » Rispondi "ragazzi che si lamentano della pesantezza di una bara, discutono e allo stesso tempo progettano una serata in un locale; il tutto espresso in maniera sciolta e con linguaggio colloquiale."
"Il predicatore ha infatti rilievo nella storia. L’atteggiamento di Romero nei suoi confronti è ambivalente: potrebbe avere anche ragione, ci potrebbe essere davvero lo zampino del “diavolo”. Il fatto che sia “sopravvissuto” è già qualcosa che sa di miracoloso. D’altro canto è rappresentato come un esaltato, un fanatico, una persona forse malata mentalmente."
Carissimo, ma abbiamo visto lo stesso film? Forse il mio dvd è una versione tagliata? Sinceramente non ricordo nessuna di queste 2 scene eppure la durata della mia copia, 1H e 36, combacia con quella indicata qui da filmscoop. Non è che quelle sequenze sono nel remake di Savini? Oppure mi sono addormentato nella visione?
Ciao Luca, a presto. Se vuole rispondermi qualcun altro aspetto a braccia aperte...
amterme63 20/06/2010 16:00:44 » Rispondi Ciao Giuseppe! Spero che tu stia bene. Come al solito l'ho visto su di un DVD che ho preso in prestito in biblioteca. Ecco la scheda bibliografica:
La notte dei morti viventi [Videoregistrazione] : special edition. - Roma : Elleu multimedia ; Milano : Mondo Home entertainment [distributore], c2004. - 1 DVD video (96 min. ca) : son., b/n ; 19 cm. in contenitore Ripr. di: The Night of The Living Dead, USA, 1968. - Vietato ai minori di 18 anni. - Descrizione basata sul contenitore. - Regia per le nuove scene di John A. Russo; interpreti: Duane Jones, Judith O'Dea, Karl Hardman, Marilyn Eastman. - Note sul contenuto: Contiene: 30th anniversary edition, versione originale con sottotitoli italiani, 15' di nuove scene e versione originale italiana del 1968, audio italiano Dolby Ddigital mono, trailer cinematografico, schede di G. A. Romero e J.A. Russo. - N. Editoriale 20306
Mi ricordo di avere visto la versione in lingua originale con sottotitoli in italiano. Inizia con dei giovani che caricano una bara su di un camion imprecando per la pesantezza. Poi conversano banalmente inframezzando considerazioni sull'efferatezza dei delitti compiuti dal condannato a morte con progetti per una serata di divertimento in un locale. Poi verso la fine del film, quando la minaccia sembra sotto controllo, c'è una scena in cui una giovane giornalista televisiva va a intervistare uno dei pochissimi sopravvisuti ai morsi degli zombi, cioè il reverendo, il quale ad un certo punto perde il controllo e si lancia in una specie di filippica contro il mondo moderno; a quel punto la giornalista se ne va convinta di avere a che fare con un pazzo. Sono scene ancora chiarissime nella memoria. Spero di esserti stato utile, Giuseppe. A risentirci.
amterme63 20/06/2010 16:35:57 » Rispondi Mi sono documentato meglio, Giuseppe. Io ho visto la 30th anniversary edition, con scene aggiunte da Russo che era uno degli sceneggiatori dell'edizione originale.
Se non sbaglio la versione del 1968 inizia con la coppia che va a visitare il padre morto di lei al cimitero. Ecco, prima di questa scena c'è tutta un'introduzione in cui viene portata al cimitero la bara di un condannato a morte per avere struprato e ucciso dei bambini. Prima della sepoltura si apre il coperchio della bara e i parenti delle vittime inveiscono contro il morto. Un reverendo fa l'orazione condannando il morto alle pene dell'inferno, quando all'improvviso qualcuno nota un movimento nel morto, la cinepresa ce lo inquadra e effettivamente si muove e apre gli occhi (la scena è molto riuscita, secondo me). A quel punto c'è il fuggi fuggi generale e inizia il film normale. Poi in un'altra scena quasi alla fine ritorna in scena il reverendo al cimitero che parla alla tv della punizione divina sul mondo e viene assalito guarda caso dal solito zombie del condannato a morto e morso. Sopravvive e segue la scena che ti ho descritto. Devo dire che non mi ero assolutamente accorto che erano scene aggiunte e posticce e anzi arricchiscono molto il film senza stravolgerlo. Evidentemente il tema religioso era scomodo nel 1968 e forse per quello era stato ideato ma non filmato.
oh dae-soo 20/06/2010 21:34:19 » Rispondi Ecco che torna tutto. La cosa incredibile è che tu abbia citato come tra le migliori proprio le 2 scene mancanti nell'edizione standard. Soprattutto la prima non era affatto male a mio parere e avrebbe giustificato meglio l'arrivo del primo zombie al cimitero. Il mio dvd (cult horror) non aveva nemmeno la lingua originale! La cosa strana però è che durata della tua copia (96°) è come la mia, boh. Ciao Luca.