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SHUTTER ISLAND regia di Martin Scorsese

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oh dae-soo     7½ / 10  01/04/2010 14:16:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il voto non è tanto riferito alla prima visione, ma è quello che penso si meriti il film guardato una seconda volta.
Film non facile insomma, basato sul gioco di cos'è vero e cosa non lo è, qual'è la verità, quale la menzogna. Film molto torbido, duro, mentale, fastidioso a volte sia visivamente che psicologicamente, film nel quale la memoria individuale si incrocia con la Memoria, quella storica, dove i delitti del singolo uomo giocano a dadi con quelli dell' Uomo, i più nefandi, i più terribili.
L' agente federale Teddy Daniels si reca nell'isola penitenziario di Shutter Island dove sono imprigionati e curati molti criminali malati di mente. Il pretesto è la sparizione di una paziente, la realtà è che l'agente Daniels vuole smascherare le pratiche aberranti che subiscono i detenuti da parte dei medici aguzzini. Questo almeno ci sembra, ma la realtà, quella vera, è molto diversa...
Il film, come accennato, è molto torbido. Alterna scene dell'eccidio nazista dei campi di concentramento ad altre di malati mentali ridotti a larve, omicidi plurimi di bambini (filicidio per giunta) a discorsi sulla lobotomizzazione. Come si mischiano tutte queste cose? Durante la visione è difficile cogliere un senso ma poi Scorsese nel magnifico sottofinale sul faro (luce, verità) ci spiegherà tutto. E rimarremo spiazzati, meravigliati, colpiti nel più profondo dell'anima. Altri film hanno giocato lo stesso gioco di Scorsese, ma qui, almeno per conto mio, questo gioco era veramente nascosto nel migliore dei modi. Il capolavoro però è il finale. Non voglio anticipare niente e userò una formula per spiegarmi. Nel sottofinale al faro scopriamo che l' A che abbiamo sempre pensato in reltà era B. Nel finale però il soggetto torna A, ma sfortunatamente per lui l'effetto dura poco, e diviene definitivamente B. In 5 minuti assistiamo a un triplo ribaltamento. E se fosse doppio? Se fosse rimasto A? Asoltate le ultime parole del protagonista (il tutto mi ricorda moltissimo Oldboy), guardate gli atteggiamenti di tutti e pensateci. Grande film, immerso in un'atmosfera magnifica di scogli e tempeste, di manicomi e cimiteri, film nel quale il ricordo, il suo riaffiorare, o meglio,il modo in cui riaffiora, giusto o sbagliato, segna da solo la famosa linea rossa, il confine tra sanità di mente e pazzia.