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IL DIAVOLO PROBABILMENTE regia di Robert Bresson

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Guy Picciotto     9½ / 10  06/05/2010 19:16:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
più invecchiava il grande maestro francese più il suo pensiero sulla società perveniva a quella che è a tutti gli effetti la realtà sostanziale, la realtà ultima, senza scomodare il nichilismo gnoseologico, perchè molto semplicemente Bresson era giustamente disgustato da ogni esistenza commerciale.
Non c'è da dire molto davvero, la scena del ragazzo protagonista che parla con suo psicologo riassume tutto sul film, si tratta di momenti estremamente gelidi, per me l'ultimo Bresson è un continuo crescendo kharmico fino all'apoteosi di l'argent, benchè alcuni dei suoi vecchi capolavori tipo mouchette e au hazar restino per tante ragioni immacolati ed insuperati.
Il ragazzo protagonista qua è immerso sempre più in uno stato nirvanico che lo immunizza da ogni tipo di contatto con le varie esistenze commerciali che gli si parano davanti (e quando parlo di esistenze commerciali intendo sempre più spesso uomini in carne ed ossa). forse perchè già percepisce che la logica della dittatura moderna sta nel fornire simulacri della libertà e della democrazia all'interno del sistema economico/politico che detiene il potere. Il ragazzo scopre anche la banalità che si cela dietro ogni idea-ideale-prodotto, in che modo? capisce nel pieno del fittizio periodo rivoluzionario, vabbè il 77, è più post ormai, che non sono i tossici o i ribelli i veri rischi per l'Occidente e le sue belle democrazie, il ribelle è ben inserito in società, anzi, e sovvenzionato dallo stato in certi casi, quotato in borsa, tutto ciò offre la cifra di ogni società stratificata: il potere è irraggiungibile, i cittadini invece sono raggiungibili. E chi esercita il potere non ha nessuna intenzione che questo venga messo in discussione, qualunque sia la sua appartenenza alle caste alte (elites del mercato, della finanza, della politica, della propaganda o della repressione). Succede così che uno che ha la mente davvero aperta, oserei dire aperta al nirvana e alle sue nobili 4 verità, scopra la banalità del male. Tutto il sistema è banale mentre offre guardacaso stimoli potenti e brillanti. Si parla ottusamente di democrazia ovvero di partecipazione ma chi ha la sventura di cadere nelle reti della giustizia scoprirà forse che la vittoria o la sconfitta sono solo un terno al lotto, quindi non di certo partecipazione attiva e ragionata e questi meccanismi gelidi nulla hanno a che spartire con quei valori di facciata della nostra bella società consumista capitalista e relativista che ci sta franando addosso.