jack_torrence 9 / 10 14/01/2011 14:03:19 » Rispondi Il film è esteticamente bellissimo, rigoroso e strepitoso. Può sembrare un esercizio di stile estetizzante, forse pecca un po' in questo senso, ma non gliene farei mai un capo d'imputazione; ad avercene, di talenti in grado di girare in questo modo. Ma che fine ha fatto questo regista?
Comunque è un racconto di formazione. Emozionante e teso. Quanto più pulsa la richiesta (insoddisfatta) di colmare il "non detto" (chi è quest'uomo? perchè è tornato?), tanto più si è spinti sul terreno di un realismo oggettivo saldato a un simbolo che non si vuole facilmente svelare, e mantiene per questo intatta una forza potente.
I due fratelli rappresentano due diversi modi di rapportarsi all'ignoto, all'autorità, al destino. Il primo (il più grande) è passivo e cerca d'ingraziarsi la sorte - il padre - il fato. Il secondo (il più piccolo), è indomito; non accetta, è ribelle.
Al racconto di formazione è possibile sovrapporre molteplici livelli di lettura, che traggono valore dall'essere possibili tutti. Il primo è esistenziale. Perché la vita? Perché questo viaggio? Perché questo vuoto? Quale ne è il senso? Lo voglio capire, non lo accetto senza motivo (il piccolo). Lo accetto, quale che sia, è la natura delle cose (il più grande).
Altri livelli di lettura. Politico. Religioso. Psicanalitico. Stessa differenza di atteggiamento, rapportata - al principio di autorità (livello politico: il fratello maggiore, disposto all'accettazione dell'autorità, al compromesso; il piccolo ribelle, rivoluzionario); - a Dio (il padre rappresenta il volere imperscrutabile della divinità, che segna le regole, la disciplina, il destino): l'accetto? non l'accetto? - al PADRE tout court, con evidenti implicazioni edipiche: entrambi (il finale) sono costretti a fare i conti con esse.
Il finale è l'esito classico di un racconto di formazione. L'infanzia è finita, tocca avventurarsi (da soli) nella vita adulta. Qualunque cosa il suo orizzonte rappresenti e voglia dire. Quel misterioso padre, ci ha accompagnato per qualche ora, e ci ha insegnato che - quale delle due sia la nostra reazione - per avanzare nella vita occorre accettare una condizione imposta - dalla sorte ineluttabile dell'essere umano, o da chi comanda, o da Dio, o da chi ci ha creato. Comunque la si veda, così vanno le cose.
Postilla. Una figura maschile di questo genere, che si impone in questo modo e con questa autorità, poteva soltanto essere russa.