Cagliostro 4 / 10 08/04/2011 01:04:20 » Rispondi Francamente mi è piaciuto poco. Non lo metto in discussione sotto il profilo tecnico, poiché la fotografia, le interpretazioni e le musiche erano tutte di alto livello. quello che metto in discussione è la storia narrata e un malcelato autocompiacimento autoriale mascherato da analisi sociologica e umana. Il film è desolante dall'inizio alla fine e vuol spacciare per originale una tematica già affrontata dal cinema in molteplici occasioni anche risalenti nel tempo. Il messaggio che vuol dare alla fine o è pacchiano:
il valore di ogni singola esistenza non è determinato dalla sua durata ma dal modo in cui è vissuta
oppure mi è oscuro. La progressione narrativa simile a quella del roman d'apprentissage è vacua, scarsamente introspettiva, già vista e sostanzialmente noiosa. La rassegnazione ed il senso di inesorabilità che trasmette l'intera vicenda non sono supportati da nessun elemento che li renda credibili ed accettabili. Ignoro la forza e l'impianto narrativo del romanzo da cui il film è tratto, ma la trama resta di una banalità sconcertante. inoltre quello che può funzionare in letteratura (una trama banale in mano ad un autore brillante può comunque produrre un capolavoro) raramente funziona in cinematografia. La stessa tematica è stata affrontata da altri autori in modo più soft, con progressioni narrative avvincenti e coinvolgenti per il pubblico, pur ponendo (sempre che qualcuno voglia porsele) le medesime domande. Le due pellicole di riferimento che vengono in mente (le più eclatanti, ma non le sole) sono Coma Profondo e The Island (di cui tematicamente siamo ai limiti del clone... appunto). In sostanza ci si trova di fronte ad un esercizio di stile (scarso) che ha sfruttato la popolarità di un romanzo. Noia mascherata da poesia.
julian 03/08/2011 13:46:38 » Rispondi Sei una sicurezza ormai.
jack_torrence 08/04/2011 14:25:23 » Rispondi ohibò Carlo, che colpo mi hai dato. La tua lettura è razionale e ineccepibile sotto il profilo critico, secondo il punto di vista che hai assunto. Ma il coinvolgimento emotivo? A te non ha trasmesso nulla, sotto questo aspetto: è evidente. Però non concedi il beneficio del dubbio che forse questo film non arriva per nulla se l'ottica è quella razionale (e della "ricerca di un messaggio", che detto in termini razionali rischia appunto di essere ridotto alla definizione pacchiana che tu hai espresso nello spoiler), mentre allo spettatore (e non sono il solo...) cui il film riesce a parlare in termini emotivi, esso appare di grandissimo valore - sostenuto proprio dal pregevole profilo tecnico che tu stesso riconosci?
Cagliostro 10/04/2011 01:46:57 » Rispondi Carissimo Stefano, non metto in discussione che questa pellicola sappia emozionare altri spettatori. con me non è stato così. non mi ha coinvolto e a tratti proprio per la sua candida sterilità, l'ho trovato emotivamente asettico. ci sono film assolutamente più pacchiani e fatti assai peggio che hanno saputo emozionarmi tantissimo. questo è come se lo avessi visto attraverso una vetrina.
1819 09/04/2011 18:03:56 » Rispondi Condivisibile, ma il problema di fondo è che questo film risulta troppo forzato, anestetizzato, non saprei come meglio esprimermi. Le situazioni vissute per quanto di intenso valore emotivo si infrangono contro una storia e un morale di fondo -come appunto diceva cagliostro- assurdo e dannatamente banale. Alcuni film molto più semplici riescono meglio nell'intento senza aver questa pretesa di piacere, non so se rendo l'idea...