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BASSA MAREA regia di Fritz Lang

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amterme63     8 / 10  26/07/2011 23:08:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uno dei più bei film noir che abbia mai visto. Non tanto per la storia, quanto per la resa visiva ed emotiva di quello che viene rappresentato. Lang ha girato con "Bassa marea" uno dei suoi migliori film americani.
Per quanto riguarda la storia, appartiene in tutto e per tutto all'ossessione americana degli anni a cavallo fra '40 e '50 nei confronti dell'istinto omicida, che si anniderebbe subdolo in ognuno di noi, anche nelle persone cosiddette "perbene".
Anche stavolta il protagonista è un normale borghese, in questo caso integrato in una piccola comunità, forse del sud (probabilmente il delta del Mississippi). Appartiene ad una categoria particolare, cioè quella degli artisti (è uno scrittore fallito) e questo avrà un significato particolare nel corso del film. Comunque, come tutti i protagonisti dei film di Lang visti fino ad ora, ha un raptus, perde il controllo e commette quindi omicidio. L'atto è legato anche in questo caso a qualcosa di socialmente proibito ma di intimamente desiderato (la seduzione della cameriera). Questo la dice lunga sull'ipocrisia diffusa che questi film fanno affiorare (il perbenismo che nasconde il desiderio del peccato).
Tanto più che il timore delle conseguenze sociali di un tale atto porta anche in questo caso a cercare di occultarlo. Si innesta la solita spirale delle conseguenze del mancato controllo degli eventi e del proprio senso di colpa, i quali finiscono per stritolare chi pensava di farla franca.
Qui il gioco però è molto più raffinato rispetto ai film precedenti. In genere viene spontaneo identificarsi con il personaggio presentato per primo, quello che commette la trasgressione. Succede all'inizio anche in questo film. Solo che questo personaggio (Stephen) prende una strada diversa dai protagonisti dei film precedenti; in qualche maniera si sente esaltato dall'atto, si sente "liberato", più "forte" e sicuro di sé. E' in preda all'aspirazione artistica, il successo gli arride. Come invasato non esita a mentire, a far ricadere la colpa sul fratello, a sottomettere la moglie, a darsi ai piaceri proibiti, nonostante sia perseguitato dal senso di colpa.
Piano, piano quindi dall'identificazione nei suoi confronti passiamo al rifiuto, al desiderio di punizione. Ciò è facilitato dall'introduzione del personaggio di John (segnato da un handicap, di carattere debole, timido, ma fondamentalmente onesto e altruista) che piano piano conquista lo spettatore e diventa di fatto il protagonista positivo del film, quello premiato dal solito finale accomodante.
Lo splendore del film sta però tutto nel modo con cui vengono rappresentati gli avvenimenti ed espressa la psicologia dei personaggi: suggestivi contrasti fra luce e ombre, riprese parziali ingannatrici cariche di tensione, riprese notturne argentate della laguna, le visualizzazioni simboliche dei sensi di colpa. Insomma è una festa dell'occhio e dell'animo.
Qui Lang sembra quasi voler insinuare che chi scrive o legge romanzi hard boiled (in generale tutto quello che è estremo) sia in qualche maniera coinvolto in maniera molto più diretta di quello che si immagina. E' l'intuizione che tutto ciò che è estremo e proibito rappresenta il massimo desiderio (inconscio) di un grande numero di persone. Allora lo si percepiva vagamente, oggi lo abbiamo evidente sotto gli occhi.