Dom Cobb 7 / 10 21/06/2012 23:20:12 » Rispondi L'agente Ethan Hunt dell'IMF viene richiamato in servizio durante una bizzarra vacanza a pane e free-clymbing: un ex-collega ha rubato un virus per conto di una multinazionale nell'intenzione di diffonderlo e arricchirsi tramite la vendita dell'antidoto. Ad aiutare il palestrato protagonista dallo sbarazzino taglio dei capelli è una sensuale ladra, vecchia fiamma del cattivo... Difficile recensire un film che ha un ugual numero di pregi e difetti, ma una cosa è certa: questo film più del precedente esprime ciò che il titolo promette. Difatti, Mission Impossible sono due parole che suggeriscono alla mente di uno spettatore principalmente azione spericolata, belle donne, magari qualche suggestiva location dove ambientare il tutto. E, bene o male, MI 2 è tutto questo, sebbene la miscela dell'esperto John Woo non sia proprio gustosa. Innanzitutto, bisogna sottolineare un pregio innegabile, che è la trama: in apparenza essa è banale (rubato un virus, missione di recupero), salvo poi essere resa più accattivante da qualche accorgimento messo qua e là (la sottotrama relativa alla multinazionale). La confezione è sempre impeccabile, anche se spiccano lievemente in negativo alcuni tratti della colonna sonora di Hans Zimmer. E' interessante inoltre vedere che l'azione è presente, ma non in sovrabbondanza, anzi, essa è ridotta allo stretto indispensabile; ciò potrebbe essere un difetto, contando anche che essa è tutta contenuta nella seconda parte del film. Questo, però, è controbilanciata da una discreta dose di tensione nella prima parte. Tralasciando la coppia Cruise-Newton e il divertente cameo di Anthony Hopkins, il resto del cast non è proprio esaltante: Dougray Scott è un cattivo da B-movie, il suo braccio destro Richard Roxburgh un po' meno, Gleeson è antipatico al punto giusto. Qualche altro difetto è riscontrabile nella storia d'amore fra i due protagonisti, che un po' stona, e in qualche rara sequenza in cui le gesta di Ethan sfiorano il soprannaturale.
Per esempio, la scalata iniziale è talmente "tamarra" da non sembrare vera; se non sapessi che è stato proprio Cruise a fare quel salto, giurerei che l'abbia fatto una controfigura.
Nel complesso, MI2 mantiene le promesse fatte e offre un tasso di entertainment maggiore del primo film...alla fine ci si diverte molto.
Dom Cobb 20/07/2024 13:19:55 » Rispondi L'agente Ethan Hunt dell'IMF viene richiamato in servizio durante una bizzarra vacanza a pane e free-clymbing: l'ex-collega Sean Ambrose ha rubato un virus letale nell'intenzione di diffonderlo e arricchirsi tramite la vendita dell'antidoto. Ad aiutare il palestrato protagonista dallo sbarazzino taglio di capelli è la sensuale ladra Nyah Nordoff Hall, vecchia fiamma di Ambrose... La migliore intuizione che Tom Cruise abbia avuto per differenziare la serie di "Mission: Impossible" da quella spionistica per eccellenza, l'agente 007, è stata affidare la regia di ciascun capitolo a un diverso regista, ciascuno con un suo particolarissimo e riconoscibile stile. Per questo primo seguito è il turno di John Woo, che fin dai suoi giorni a Hong Kong ha ridefinito il genere action sia in oriente che in occidente grazie al suo unico miscuglio di slow-motion, arti marziali e sparatorie esagerate. Com'è prevedibile, il risultato è diametralmente opposto al primo capitolo di De Palma: da atmosfere paranoiche e hitchockiane che prediligono lo spionaggio duro e crudo si passa a un ritmo più veloce, atmosfere più dinamiche e "cool" e all'enfatizzazione sull'action e l'esagerazione sopra ogni cosa e purtroppo non è esattamente un bene. Paradossalmente uno dei problemi è proprio la mancanza di azione per tutta la prima ora: forse memori delle critiche al primo film, qui la trama viene messa in secondo piano e semplificata a tal punto da uccidere qualunque tentativo di creare tensione o interesse.
La storia è semplice, fin dall'inizio si sa che Ambrose ha rubato un virus e le sue intenzioni a quel punto diventano prevedibili. Si cerca di complicare la faccenda con l'introduzione del personaggio di McCloy e il ricatto da parte di Ambrose, ma il tentativo non riesce mai del tutto.
Ed è ovvio che l'interesse di Woo, per sua stessa ammissione, risieda più nel rapporto erotico e romantico fra Ethan Hunt e Nyah, rendendo questo secondo capitolo una specie di fiacca riproposizione di "Notorius - L'amante perduta": fra i due infatti non c'è alchimia, complice la regia iper-stilizzata di Woo che sa sempre di artificiale e una sceneggiatura poco convincente di un Robert Towne non in forma. E quando l'azione alla fine arriva è affogata in tali e tanti slow-motion, balzi improbabili e momenti esagerati da risultare poco eccitante, solo bella da guardare e nient'altro.
Memorabili i salti mortali di Cruise per stendere le guardie o, su tutti, il duplice salto dalla motocicletta in corsa con scontro a mezz'aria fra Hunt e Ambrose.
Inoltre si ha la sgradevole sensazione che le dinamiche di squadra qui siano messe da parte a favore di una sorta di Tom Cruise One Man Show: lui è inequivocabilmente il protagonista, unico autore dei momenti più fighi della pellicola e di conseguenza tutti gli altri vengono messi in ombra: Ving Rhames e John Polson sono i defilati altri due membri della squadra, la Newton è di una bellezza sconvolgente ma risulta stranamente fuori posto e il povero Dougray Scott fa il gigione, anche se rispetto ad altri villain della filmografia di Woo risulta persino sottotono (vedere per credere, Lance Henricksen in "Hard Target" e John Travolta in "Broken Arrow" e "Face/Off" erano dei cartoni animati in live-action). Caratteristi come Brendan Gleeson, Rade Sherbedgia e Richard Roxburgh passano di lì per caso e risultano abbastanza sprecati. C'è da dire però che nella sua esagerazione il film riesce a essere involontariamente divertente e quindi un minimo di intrattenimento è assicurato. Alcune acrobazie si fanno notare, anche se a differenza degli altri capitoli queste sono fini a sé stesse e non così ben integrate nella storia,
L'arrampicata iniziale sulle note dell'"Iko-Iko" o il coltello all'occhio durante la s*****ttata finale.
e la colonna sonora rockettara e iper-pompata di Hans Zimmer riesce a creare un'avvolgente atmosfera nonostante sia distante anni luce dal lavoro fatto da Danny Elfman, per quanto l'arrangiamento del tema di Lalo Schifrin a opera dei Limp Bizkit risulti a suo modo memorabile. Insomma, un secondo capitolo che intrattiene il giusto, anche se non sempre per le giuste ragioni, e dunque rappresenta un netto passo indietro rispetto al passato. Godibile, ma comunque la si guardi in giro c'è molto di meglio. VOTO: 6,5