kowalsky 6½ / 10 19/11/2012 17:03:07 » Rispondi L'avevo proprio perso, alla mostra del cinema di Ve, e finalmente eccolo, questo piccolo film su una comunità Chassidica, con tutto il suo bagaglio di appartenenze, religiose culturali e familiari. Che dire? Speravo in un'esperienza "forte" ed è solo carina, malgrado gli entusiasmi della critica. Un film di un'integralismo radicale che può affascinare ma anche infastidire. La regista ci impone il veto delle emozioni (omesse, interiorizzate) o rivelazioni brucianti lasciate carburare un bel pò. Insomma, tipica summa da esperienza letteraria occidentale, malgrado le premesse (Jane Austen) dove vige l'orgoglio e il pregiudizio (lasciato all'istinto dello spettatore, quest'ultimo). Contorniato da inni e canti incrinamaroni di non poco conto, e un dogmatico senso del dovere (alienazione? sacrificio?) il film offre comunque splendidi dialoghi e poi... poi c'è la Coppa Volpi femminile Hadas Taran che regge l'intero film. Ti accorgi a poco a poco che la sua Shira, così artefatta e "pura" ma anche determinata, virginale ma concreta, non si dimentica facilmente. Diciamo che si fa ricordare più dello stesso film (regia corretta ma senza guizzi creativi) per un film d'essai grazioso che non frantuma le ali - come farebbe amos gitai al suo meglio. Ma ci resta il ricordo di quest'anima candida, pronta a consegnarsi alla vita e magari a dirci che i sentimenti, quelli veri, si esprimono col tempo, basta assecondarli