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DJANGO UNCHAINED regia di Quentin Tarantino

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Sybil_Vane     8 / 10  27/01/2013 09:53:12 » Rispondi
Premetto che la mia conoscenza tarantiniana si esaurisce ignominiosamente con "Inglorious basterds". E che nonostante l'indiscussa fama e il riconosciuto genio di mister Quentin, io non mi sia mai fatta coinvolgere nel "fenomeno Tarantino". Da qui, non so definire Django migliore/peggiore/più mirabolante/meno funambolico dei suoi lavori precedenti. Il mio è stato un approccio da neofita, che mi ha portato a entrare in sala senza aspettative - la migliore disposizione d'animo, forse, viste le delusioni di una nutrita cricca di cultori del genere? - e che mi ha fatto alzare dalla sedia piacevolmente sorpresa e appagata. Voglio dire, Tarantino porta sullo schermo un tema estremamente delicato - la schiavitù dei neri - , già abbondantemente sviscerato da un TRILIONE di pellicole precedenti, ma lo sveste di ogni sua componente drammatica. Lo dissacra, lo smonta, non intende stimolare compassione o pietà nello spettatore, ma non scade per questo nell'immoralità o nell'insensibilità. Strumenti della sua demistificazione sono i suoi personaggi, Waltz&Di Caprio su tutti: Waltz regala al pubblico una delle sue migliori prove attoriali, Di Caprio conferma la sua maturità artistica con l'ennesima performance ad hoc. Jamie Foxx non può nulla contro un duo così talentuoso: vero è che ha un ruolo meno eccentrico degli altri, ma la sua presenza è costantemente messa in ombra dalla bravura dei co-protagonisti. A sdrammatizzare la tematica ci pensano poi i dialoghi (caustici, ironici, prolissi senza essere noiosi), e un aiuto considerevole lo dà anche la colonna sonora (hip-hop nel 1858?). C'è sangue, tanto sangue, gratuito sangue, ostentatamente esibito senza essere ampolloso. Tarantino osa, azzarda, ma funziona.

Ho trovato geniale la scena degli incappucciati!