I SOPRANO - STAGIONE 5 regia di Timothy Van Patten, John Patterson, Allen Coulter, Alan Taylor, Henry Bronchtein, Jack Bender, Steve Buscemi, Daniel Attias, Lee Tamahori, Mike Figgis, Peter Bogdanovich, altri
Satyr 10 / 10 03/02/2014 12:30:56 » Rispondi 5 stagione letteralmente sconvolgente con la presenza di Buscemi e un finale talmente scioccante che quando lo vidi per la prima volta, faticai veramente. Esce di scena uno dei personaggi chiave, e si, questo è uno di quei colpi di scena che ti rimangono appiccicati addosso finchè campi. Capolavorissimo.
elio91 03/02/2014 13:25:27 » Rispondi Mi piace il fatto che un pò tutti parliamo di colpo di scena quando in realtà, se ci pensi, non lo era per nulla. Era un nostro meccanismo di protezione, non avremmo voluto che accadesse. Ma era ampiamente prevedibile. Ovviamente anche io ci penso come ad un colpo di scena, ha fregato anche me.
Satyr 03/02/2014 14:27:42 » Rispondi Vederlo come un meccanismo di protezione è giustissimo, ma in diretta, non me l'aspettavo. Cioè, continuavo a ripetermi "no, vedrai che la risolvono in un altro modo" e invece.
elio91 03/02/2014 16:55:02 » Rispondi Eh, ma anche io mi dicevo cosi. Però a freddo, davvero non si poteva pensare che avrebbero adottato altre soluzioni.
Terry Malloy 08/02/2014 17:45:05 » Rispondi E tra l'altro è geniale il modo con cui ti suggeriscono l'epilogo a pochi minuti da esso.
Christopher che guarda il giovane padre di famiglia mentre fa benzina e lo sguardo insoddisfatto di lui, la pesantezza di una famiglia vera, con responsabilità e sofferenze condivise con una compagna che è culturalmente tua pari, e i figli che sono un peso micidiale sul tuo bilancio, sui tuoi soldi guadagnati con una fatica oltre l'immaginabile per un mafioso abituato a non fare un ***** tutto il giorno, senza responsabilità alcuna verso la propria famiglia reale e il Paese. Ecco, qui sta la genialità assoluta dei Soprano: come per la storia bucolica di Vito, in cui il soggetto acquisisce la consapevolezza dall'esperienza di cos'è il lavoro e l'onestà, in questi due minuti si chiarisce il senso di tutto, una tematica semplice quanto sconvolgente, il fatto che nonostante l'immenso castello di autogiustificazioni, aspirazioni, riflessioni e quotidianità che la serie meticolosamente ci offre, l'unica verità "vera" sia proprio la povertà psicologica e morale di un principio: "io non diventerò mai un triste lavoratore onesto come tutti gli altri". E se ci pensi, è il naturale sviluppo e collegamento con il finale di Goodfellas. Il Dio Mafioso tornato sulla terra, "a fare la fila per prendere il pane".