tylerdurden73 7 / 10 29/04/2014 11:12:42 » Rispondi Pregevole esempio di gotico italiano firmato Antonio Margheriti, in questo caso all'altezza dei nomi più celebri come Mario Bava o Riccardo Freda. Classico ma invitante l'incipit, dove il regista scomoda addirittura Edgar Allan Poe omaggiato con le battute conclusive del racconto "Berenice". All'interno di una taverna lo scrittore incontra uno scettico giornalista, il giovane viene sfidato a passare la notte in un castello infestato da fantasmi poco amichevoli. Ovviamente accetta e ben presto si trova al cospetto di un nutrito gruppo di spettri piuttosto singolari, ben lontani dalla classica apparizione terrorizzante ed ululante. Le presenze interagiscono subdolamente con la potenziale vittima, seppur imprigionati per sempre tra le mura del fatiscente maniero aspirano a non scomparire e per farlo necessitano di esseri umani da condannare al loro stesso oblio. Non incidono sulla bontà della pellicola il basso budget ed i tempi di ripresa limitati, Margheriti si conferma esponente di spicco di una scuola di artigiani cinematografici in grado di tirare fuori il meglio da situazioni di indubbia difficoltà. Pochi i difetti: la sceneggiatura in alcuni punti sembra un po' girare a vuoto anche se il racconto si snoda fluido pur attenendosi a tempi tutt'altro che indiavolati. Semplicemente perfetto il finale per una storia macabra come questa. Buono il contributo degli attori tra cui l'immancabile regina dell'horror Barbara Steele, poco sviluppati ma utili alla storia alcuni personaggi: in particolare lo stalliere muscoloso e la bella Margarete Robsahm sono il simbolo di una passione che tracima nella follia, utile quindi a trasformare il desiderio e il romanticismo in qualcosa di profondamente malato e violento.