Zappash 10 / 10 06/08/2014 09:35:56 » Rispondi Questo è il primo film che commento su questo sito e non è un caso se comincio con "Au hasard balthazar". L'importanza di questo capolavoro bressoniano va oltre i meriti stilistici che pur risolvono egregiamente le intenzioni cinematografiche del suo autore. Qui ogni singola scena emana una struggente poesia d'altri tempi, un silenzio rivelatore del "caso" umano come disperazione esistenziale, incomunicabilità, fragilità. Non c'è spazio per la retorica, nessuna concessione al sentimentalismo stucchevole, ai sofismi, alle lezioni moralizzanti. Un abisso separa il cinema di Bresson da quello americano. La maturità del linguaggio cinematografio e filosofico del regista francese ha pochi eguali, forse soli Ozu e (in parte) Tarkovsky possono vantare una poetica così essenziale e incorrotta. Un' ultima piccola annotazione va alla sequenza finale del film, a mio modestissimo parere una delle più struggenti della storia del cinema, espressione di una sincerità poetica di rara bellezza.