Raskolnikov 9 / 10 07/09/2004 10:39:35 » Rispondi Polanski ha colto il senso dell'Olocausto. Che non è solo orrore e genocidio, ma è soprattutto, intimamente, incapacità dell'uomo di riconoscere prima in se stesso e poi negli altri quelle facoltà sublimi che ne giustificano la dignità. Su tutte, la possibilità di provare dolore e di percepire bellezza. E Polanski evita di forzare la mano, adottando uno stile registico geometrico, quasi distaccato, per non alterare la percezione degli eventi. Lascia piuttosto che sia la musica ad esprimersi. E la musica 'è quella voce che ricorda che la natura umana è più alta di quanto l'uomo stesso sappia'. Eccezionale l'interpretazione di Olejniczak della Ballata N.1.