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TUSK (2014) regia di Kevin Smith

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  05/10/2015 11:04:31 » Rispondi
Evidente è la contaminazione tra generi in "Tusk", purtroppo non quella capace di sorprendere con disinvoltura spiazzando lo spettatore.
In questo caso abbiamo una base di partenza intrigante a cui fa eco un caos sgangherato; il sentiero da percorrere resta fin troppo ramificato con ripetute scorribande tra weird, commedia nera e horror per un'amalgama spesso forzata e disomogenea.
Sembra una specie di "Human Centipede" (viste le operazioni chirurgiche impossibili e l'estremismo delle stesse) senza però la cattiveria necessaria e la capacità di disturbare a dovere.
Smith torna all'horror dopo il pregevole "Red State" sotto l'effetto di qualche sostanza disturbante: la storia del baffuto podcaster finito tra le fauci del vecchio oratore, un po' lupo di mare e molto mad doctor, è veramente bizzarra.
La partenza è bruciante, supportata da dialoghi incalzanti e una positiva tendenza al surreale. Prendendo spunto da un annuncio –si vocifera- realmente finito sotto gli occhi del regista, lo strambo desiderio di un eccentrico tizio (in cambio di vitto e alloggio chiede agli ospiti di travestirsi da tricheco e comportarsi come tali per un paio d'ore) viene estremizzato secondo coordinate eccentriche e disgustose.
"Tusk" purtroppo esaurisce presto la carica sovversiva ed originale. I numerosi dialoghi da brillanti finiscono con il ripetersi troppo, divenendo unica e fiacca attrazione della pellicola che a un certo punto pare girare a vuoto reiterando concetti già proposti.
Smith mostra folle coraggio nel tentativo di rilanciare una carriera che dopo il folgorante debutto di "Clerks" si è trascinata ottenendo giusto qualche timido consenso. L'autore mostra parecchi problemi nel gestire una commistione tra generi in cui si nota insofferenza verso un sistema che dopo averlo coccolato ora pare iniziare a snobbarlo, non riconoscendogli più alcun talento.
L'ansia da prestazione tradisce, e se a tratti "Tusk" è folgorante alla fine lo si ricorderà più come un guazzabuglio di idee in cui la bravura di Smith viene subissata dalla voglia di dimostrare.
Simpatica l'ennesima trasformazione di Johnny Depp questa volta nei panni di uno stralunato detective, convincente Michael Parks in quelli del pazzoide.