Spotify 7 / 10 17/01/2016 01:08:48 » Rispondi Cult diretto da Russ Meyer che ha funto da apripista al filone del cinema Pulp mischiato a humor nero, insomma, tanto per intenderci, è il precursore del cinema tarantiniano. E' quindi molto particolare, specialmente per i tempi, sicuramente originale anche per la scelta delle protagoniste, già molto sexy di loro, e i personaggi che interpretano lo sono ancora di più, rappresentando forse, per la prima volta nella storia del cinema, l'immagine della ragazza sfacciata e trasmettente, attraverso il sensuale fisico, una carica di erotismo mai provata fino ad allora. Meyer si dimostra bravo, perchè con pochi mezzi e soprattutto con una sceneggiatura inesistente, tira fuori una storia molto provvisoria si, ma che tuttavia regge restando sempre in ambiti molto credibili. Inserisce una dose di violenza mai vista prima in una pellicola non horror (vedendolo oggi non si direbbe ma per gli anni 60 erano scene inimmaginabili), proponendo diverse sequenze abbastanza crude e ciniche. In più su questo piano c'è da dire che il b/n svolge un ruolo da protagonista, caratterizzando molto tali scene. Il regista dirige alla grande le attrici, rendendole credibilissime, il rischio era ovviamente che delle soggette del genere non avrebbero funzionato nel 1965/66, ma lui riesce a fare del suo meglio. E inoltre caratterizza benissimo le nostre 3 protagoniste, ognuna ha una natura diversa: Varla è sicuramente quella più cattiva e meschina, Billie è quella più tranquilla e con la testa tra le nuvole e Rosie ci viene semplicemente mostrata come un incrocio tra le altre 2 ragazze. Il regista pur non avendo a disposizione chissà che trama, fa comunque trasparire limpidamente il suo chiaro messaggio di appoggio nei confronti delle donne, troppo offuscate dagli uomini durante quei tempi. Per una volta sono loro che hanno la meglio sui maschi viscidi e presuntuosi, non ha caso leggevo che questo film è praticamente osannato dalle femministe. Un messaggio impensabile per l'epoca, ma Meyer riesce perfettamente nel suo intento. Il ritmo è, nonostante l'assenza della trama e quant'altro, piacevole, ovviamente anche perchè la durata è di appena 80 minuti. La storia procede in modo abbastanza scorrevole e crea sempre più curiosità nello spettatore per via degli strambi eventi che si susseguono. Ottime poi alcune inquadrature come ad esempio quella del muso del treno che transita nei pressi della fattoria dove si svolge la vicenda. Anche un paio di inquadrature alle automobili sono parecchio suggestive. Il director era anche uno che con la cinepresa ci sapeva fare, eccome. L'atmosfera è molto particolare, la pellicola è talmente strana che è difficile da definire, direi un incrocio tra le tranquille aure delle distese desertiche statunitensi e quelle marce di questo tipo di vicende qua. Il finale è ben diretto, un po' pazzo e anche prevedibile, però appassiona lo stesso e da una conclusione più che dignitosa. Le attrici sono molto brave, sfruttano appieno la loro sensualità, Tura Satana in particolare è eccellente, credibilissima e interpreta alla perfezione i dialoghi con la giusta cattiveria. Sicuramente una delle donne più crudeli dell'intera storia della settima arte. Bravi anche gli attori, specialmente Dennis Busch. Scenografia che fa da ottimo sfondo alla storia, apparentemente tranquilla, sembra che non possa mai accadere nulla di strano in un posto del genere e invece...una specie di conflitto tra l'uomo e la donna che premierà solo uno dei due. La sceneggiatura come detto, praticamente non esiste, almeno narrativamente, però ci sono degli eccezionali dialoghi, molto ironici, una discreta stesura dei personaggi e paradossalmente una certa originalità in tutto e per tutto. Ottima la colonna sonora, molto in sintonia con la storia. Tra le pecche c'è una fotografia che non garba molto, gestita male, tuttavia penso anche per una questione di budget. Comunque non mi è per niente piaciuta.
Conclusione: sarebbe da 6 e mezzo però per l'originalità, una tamarragine impensabile per i tempi e l'inaugurazione di un nuovo filone, il voto diventa un 7 un po' stiracchiato. Pazzoide e irriverente, giusto l'appellativo di cult.