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UN UOMO, UN CAVALLO, UNA PISTOLA regia di Luigi Vanzi

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Torok_Troll     9½ / 10  01/05/2008 12:14:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Seguito di "un dollaro tra i denti", molto bello e con una trama avvincente e originale.
Dan Vadis è un cattivo discreto, ma non è certo Frank Wolff. Simpatico e surreale, invece, il personaggio del predicatore, che stringe società con lo straniero, al quale donerà il particolare fucile a 4 canne rotanti (che rivedremo poi in "Get Mean") dicendogli: "E' l'unica cosa che mi ha lasciato mio padre". Mentre Raf Baldassarre, nel ruolo di un bandito, mostra una lingua così lunga da far invidia al bassista dei Kiss.
Per la seconda avventura dello straniero si sceglie di mettere un po' più di ironia, con gags spassosissime (es. l'inizio in cui lo straniero compare sul suo cavallo chiamato Pussy con in mano un ombrellino parasole rosa, oppure quando lo straniero ogni volta arrotola una sigaretta, le da una boccata e subito la butta via facendo una faccia schifata), ma non cala di certo la violenza: infatti non mancano uccisioni e soprusi assortiti, ad es. Dan Vadis che spoglia una ragazza a fucilate, lo straniero che viene tracinato nella polvere legato ad un cavallo (scena poi ripresa in "Get Mean") e la morte da antologia di Raf Baldassarre il quale viene freddato da una fucilata mentre addenta una coscia di pollo.