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2046 regia di Wong Kar-Wai

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martina74     9 / 10  25/11/2005 16:13:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come il precedente "In the mood for love" lascia quasi senza parole, eppure moltissimo si può dire su questo lavoro di Kar-Wai che solo per poco non rasenta la perfezione.
Inizio soffermandomi sui "difetti": la lunghezza, l'insistenza un po' eccessiva nel ribadire le situazioni, e la tecnica registica che è, con autocompiacimento, ossessivamente uguale a quella già meravigliosamente adoperata per il film precedente.
Eppure, anche 2046 - che riesce a essere comunque un'opera "compiuta" e non un semplice sequel - regala emozioni, in maniera quasi opposta rispetto a "In the mood...": come il primo era il trionfo del silenzio, questo è l'apoteosi della parola, parlata e scritta nel romanzo di Chow. Le parole diventano quasi protagoniste, anche grazie alla voce fuori campo che racconta con garbo i passaggi temporali.
E 2046 diventa un'icona: è il numero di una stanza, è il futuro e il passato, il rimpianto, il ricordo ma anche la volontà finale di voltare pagina (non solo simbolicamente).
2046 è un film pieno di metafore, complesso e non lineare che, quando si riesce a districarlo, lascia incantati per la delicatezza con cui, anche stavolta, Wong Kar-Wai riesce a descrivere i moti dell'animo alle prese con i sentimenti.

La recitazione è di livello altissimo: Tony Leung è in assoluto il mio attore preferito del momento e la sua interpretazione è contraltata in modo sublime da quella delle donne, in particolare da Gong Li e di Zhang Ziyi, bellissima e bravissima.

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JoJo  26/11/2005 12:41:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non sono ASSOLUTAMENTE d'accordo su molti punti di questo commento: 2046 NON è, a dispetto delle apparenze, un film veramente autonomo. Guardarlo senza aver visto In The Mood For Love vuol dire segargli le gambe, perché non bastano dei semplici rimandi per comprendere veramente quale sia l'evoluzione della figura di Chow.
Regala emozioni in maniera quasi opposta?
Che cosa vuol dire?
Che regala emozioni profondamente diverse, o che regala le stesse in maniera profondamente diversa?
Le parole protagoniste? Solo perché non si sta minuti e minuti solo a sussurrare? Il metodo comunicativo ancora una volta prediletto da Kar Wai non è certo quello: è il gesto, molto più efficace e compiuto, a dominare, e con esso il simbolo. Pensa solo all'impostazione della visione, ancora molto simile a quella di In The Mood For Love: già solo quella dice una miriade di cose valgono più di un qualunque sproloquio. Kar Wai non poteva certo replicare tutti quei silenzi, perché la storia stessa, nella sua natura, non permetteva un linguaggio comunicativo del genere, e non è incorso nell'errore in cui invece è caduto qualcun altro.

P.S.: Tony Leung il tuo attore preferito? Mi sa che per un mese è meglio se eviti film orientali...
martina74  26/11/2005 15:03:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Allora...
Io ritengo invece che "funzioni" da sè, benchè l'arricchimento prodotto dalla visione del precedente carichi questo di maggiore spessore. Ho detto che non è un semplice sequel... diciamo che ne è un'emanazione che ha comunque una vita propria.
"Regala emozioni in maniera opposta" significa che ce le trasmette con mezzi differenti.
Le parole sono protagoniste perchè di parole si parla (scusa il bisticcio): c'è di mezzo un romanzo (anzi due: 2046 e 2047), ci sono i racconti della figlia dell'albergatore, ci sono le storie di Chow narrate non solo per immagini ma anche attraverso dialoghi e monologhi: ti sembra sufficiente?
Devo pensare all'impostazione visiva? L'ho scritto o no che la tecnica registica è analoga in tutto e per tutto a quella usata in "IN the mood..."? E per quanto anche questo sia un racconto per immagini, NON PUOI negare che, senza le parole, 2046 non avrebbe la stessa potenza. Ed è un motivo di merito... mica ho detto che sia un fatto negativo, no (quel qualcun altro sarebbe Kim Ki duk?... vorrei riportare l'elenco dei tuoi voti già altrove citato da Lot)?

P.S.: Sì, Tony Leung mi piace assai... solo perchè sei in crisi di astinenza da film spaccatutto non puoi negare di aver scritto una cosa analoga, tempo fa (ho un'ottima memoria....).

P.P.S.: chi è causa del suo mal pianga se stesso.

JoJo  26/11/2005 15:38:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In ordine sparso...
Qualunque seguito ha una vita propria, e si riesce a vederlo comunque, a meno che non sia stato tutto pensato direttamente come un unicum già in partenza, ma non è questo il caso.
Di parole si parla? Ed allora? Cos'è, adesso in qualunque film dove i protagonisti proferiscono più di 10 parole allora questa diventa "centrale"? La tecnica registica è simile, ma tu la sposti in un piano secondario a favore della parola, ribaltando un rapporto di forza che è rimasto sempre identico. Anche perché le parole di In The Mood... seppur di meno, hanno la medesima importanza, seppur secondaria: non sono qualcosa di ininfluente. A quanto pare Ki Duk t'ha fatto male, altroché, se t'impedisce di distinguere l'importanza dei gesti nel caso in cui essi non siano iperevidenziati da inquadrature ultrainsistite e silenzi tombali. E riporta pure tutti i voti che ti pare, se la cosa ti sembra d'aiuto, quando è palesemente una cosa che non c'entra niente.
Inoltre, appunto, le "emozioni" che trasmette (?) sono qualcosa di completamente diverso, altro che di "diversamente trasmesso"... bah...

Ultima cosa... io NON sono in crisi d'astinenza da film spaccatutto, anzi, quella era semplicemente una battuta, ed una cosa è scrivere Tony Leung è stato bravo (ottima memoria? il mio commento è nella pagina precedente... sai che difficoltà...), un'altra che è il meglio in circolazione (= preferito), cosa che, francamente, mi sembra una *******ta allucinante.
martina74  26/11/2005 15:43:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tu probabilmente non capisci, non vuoi capire o ti interstardisci a confutare ciò che scrivo per qualche tua ragione, Jo.
Perciò la chiudo qui. Kim ki duk non mi ha anestetizzato il cervello, comunque...

Vado altrove a scrivere le mie ******* allucinanti. Adieu.