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SHERLOCK HOLMES: GIOCO DI OMBRE regia di Guy Ritchie

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Constantine     9 / 10  23/12/2011 13:07:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ennesima dimostrazione di come si possa unire il mero divertissement con gusto, classe e senza necessariamente spegnere del tutto il cervello. Ritchie riesce con il secondo episodio a bissare l'ottimo traguardo portato a casa dal predecessore; miscelando sapientemente action, steampunk, pulp, ritmo, l'ibrido che ne scaturisce è un assoluta piacevolezza nel panorama entertainment con sequenze stilistiche e profondità di lettura notevoli. Se da questo punto di vista il tocco, la mano del cineasta è protagonista, il cast della serie divertendosi riesce a divertire ed a risultare credibile. La coppia Jude Law-Robert Downey Jr. è d'altri tempi, sia come livello che come simbiosi; ottimi anche i comprimari tutti. Capitolo a parte per l'ottimo Jared Harris qui nei fascinosi panni dell'antagonista per eccellenza, della mente criminale, il professor Moriarty. C'è una cura davvero certosina che si nota in questa serie di Ritchie, dai titoli di testa a quelli di coda, figlia senz'altro del coinvolgimento e della passione del cineasta per il personaggio di Doyle. Solo un voto in meno per il finale che avrei lasciato più laconico.
Questo è uno di quei film che rappresenta l'anello di congiunzione tra cinema alto e cinema basso.

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The Deep Ocean  23/12/2011 20:51:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
C'è una cura certosina?? Penso che in questo film ci sia tutto tranne la cura. Non so se tu ti sia letto i vari libri e racconti di Sherlock Holmes, ma ti assicuro che, se il personaggio del suo precedente film gli si avvicinava abbastanza, l'essere che si spaccia per Holmes presente in questo "Gioco di Ombre" è incredibilmente distante da tutto ciò che dovrebbe essere. Ok che è un personaggio d'azione, ma non così. Sicuramente non si metterebbe mai a far esplodere treni, a truccarsi modo osceno, o a fare a botte con chiunque gli passi davanti, ne tantomeno ha capacità di preveggenza. Anzi l'esatto contrario. Come egli stesso annuncia ne "Uno studio in rosso", il suo metodo di pensiero è a posteriori, ovvero in grado di risalire alle cause di un evento partendo da semplici indizi. Nelle sue azioni e indagini mai si mette a usare il pensiero a priori, mettendosi cioè a prevedere le cose supponendole da alcuni eventi. E' quanto di più lontano dal suo metodo cui possa essere, anzi è quanto di più lontano da Sherlock Holmes ci possa essere.
Senza contare la totale distorsione dei personaggi di Watson e Mycroft, di cui ho parlato nel mio commento e di certo non mi metto a descrivere adesso. O la linea temporale che è completamente sbagliata.
Comunque non discuto sul fatto che a te questo film sia piaciuto, a me va benissimo anche il voto che hai dato, anche se non sono d'accordo lo rispetto. Ma non venirmi a dire che Ritchie ha fatto un lavoro certosino e preciso, o che ha seguito con spirito filantropico gli scritti di sir. Conan Doyle, perchè non è assolutamente vero. Anzi, se io non avessi visto il film precedente, avrei senza problemi potuto affermare che Ritchie non ha letto neanche uno dei suoi libri.