Constantine 9 / 10 08/10/2006 13:18:23 » Rispondi E finalmente giunge a noi il nuovo film di DePalma tratto dal fantastico romanzo di Ellroy la Dalia Nera, non vi nascondo di attenderlo da almeno due anni e ieri ho provato un senso mistico di liberazione nel riuscire a vederlo. Il film promette molto, il romanzo è uno tra i più famosi dello scrittore americano e forse anche il più morboso verso la sua vicenda personale, e DePalma fortunatamente non ne resta intimorito fin dalle sequenze iniziali rimescolando la cronologia con FlashBack e voce narrante; è un inizio strepitoso. La scenografia, i costumi, le musiche, ci riportano indietro agli anni 40 e fanno rivivere in maniera maestosa l'America di quel periodo, mentre il regista continua a farci scoprire passo passo i protagonisti con un tripudio di sequenze tecniche e di gran classe ( in cui mi soffermerò in spoiler) ; Bucky Bleichert è Josh Hartnett e fisionomicamente ci può stare, forse un pò giovane ma cerca di dare il meglio di sè e gli va riconosciuta l'enorme difficoltà del ruolo in cui non demerita, al contrario del suo doppiatore italiano che spesso pecca, Lee Blanchard è Aaron Eckhart e qui andiamo sul perfezionismo, Eckhart tira via il detective dalle pagine del libro per portarlo su schermo riuscendoci perfettamente, la sua è una faccia alla Ellroy e questo DePalma lo sa bene visto che lo ha voluto fin da subito nel progetto. La vicenda prosegue e ancora una volta il regista traghetta l'attenzione nello scorrere della vicenda con quell'atmosfera del genere fino alla scoperta della Dalia; da questo momento in poi DePalma diviene superbo. All'atmosfera citata si aggiunge tutto il noir di fattura James Ellroy, in un turbine di marciume che risucchia i protagonisti e lo spettatore con loro, Kay la bella salvata da Blanchard interpretata come poteva da una troppo giovane Johansson ( peraltro bellissima) passa insecondo piano rispetto a quel corpo morto su cui sembrano addensarsi tutte le attenzioni; Compare la conturbante Hilary Swank che ci può stare benissimo, anzi convince anche i più scettici come me prima di entrare in sala. Perfetti tutti i comprimari, innazi tutto praticamente identici alla loro controparte nel libro e poi molto bravi, tanti caratteristi tra loro facilmente riconoscibili. La sceneggiatura che rimane molto vicina al libro ha il merito di convincere tantissimo per tre quarti di film, ma il difetto di perdere di vista la grande ossessione di Bleichert per la Dalia nei passaggi finali, fortunatamente DePalma con una sequenza finale mirabolante e stupenda risolleva questo punto. Che dire in finale quindi? Questo film rispetta tutte le aspettative create attorno ad esso, non è perfetto visto la presenza di due attori troppo giovani a cui avrebbero fatto da miglior scelta due cavalli di razza più rodati, ha il difetto di modificare un pò la visione del detective Bleichert che nel libro aveva tutt'altro spessore , adattandolo però al suo interprete e alle esigenze cinematografiche, in ultimo forse i suoi dialoghi sono troppo veloci e qualcuno potrebbe trovare difficoltà a seguirli ( Per i difetti un punto in meno) ; ma di certo tutti questi difetti che ho elencato non riescono ad affossare lo stupendo film diretto da DePalma che veramente convince e stupisce.
" Riesci a vederti la scena?" " In Technicolor."
" Insomma detective lei non è quello che spara ed io non sono quello che muore."
Veniamo al punto, Brian DePalma in almeno tre sequenza porta in movimento le pagine stesse del romanzo della Dalia Nera. Senza contare montagna di magnifici Piani sequenza che contraddistinguono il film.
1: Primo incontro per le strade durante la rivolta di Bleichert con Blanchard, subito il regista ci fa capire che vuole restare fedele alle pagine scritte nel modo più bello possibile.
2: Tutta la splendida sequenza in soggettiva di Bleichert a casa dei Lindscott, da brivido.
3: Lo splendido finale che nemmeno lo scrittore stesso penso poteva riprodurre con tanta freddezza e geniale visionarietà. In due inquadrature Brian DePalma ci spiega che Bleichert non si libererà mai della Dalia Nera e della sua triste storia.
Giordano Biagio 08/10/2006 19:01:03 » Rispondi Non sono d'accordo con il tuo commento, ma penso di capire le ragioni delle tue osservazioni positive. Ami il libro, ti sei già ben identificato con i personaggi del libro vivendo con loro le passioni in gioco... Vedendo il film hai proiettato sui personaggi quanto di già appreso da loro dal libro... e ti sei quindi divertito... Va bene anche questo ma il film come linguaggio cinematografico non scalda gli ignari del libro... non decolla con la suspense (l'avvertimento) nè con il Thriller (la sorpresa)....è verboso...dei personaggi si sa poco nel film... come si fa ad appassionarsi alle loro vicende?
Constantine 08/10/2006 22:04:49 » Rispondi Non sono d'accordo con te ( stranamente devo ammetterlo) Giordano, dei personaggi si sa abbastanza, certo non come nel romanzo, ma abbastanza. Capisco che il mio nove sia dettato anche da ciò che dici, ma il voto ridimensionato non sarebbe sceso sicuramente sotto l'otto. Prendiamo Bleichert per esempio, non pensavo si vedesse nemmeno il padre tedesco, o magari il suo rapporto paterno con il tenente Millard... Magari la figura di BLanchard viene trattata un pò superficialmente, ma perchè passa da co-protagonista nella pellicola.
kowalsky 09/10/2006 08:03:14 » Rispondi Forse hai ragione anche tu, forse come certi critici che dicono che per amare questo film bisogna dimenticarsi di pensare che De Palma è De Palma, ovvero un abilissimo direttore di ottime immagini. Ho letto anche un paio di critiche che esaltavano il film adducendo il fatto che De Palma si è preventivamente ribellato al libro, essendo utopico credere di poterlo rendere alla perfezione sul grande schermo vista la sua astrusità soggettiva, e quindi ha realizzato il suo film piu' personale e incisivo. Io che non ho letto il libro resto del mio parere, soprattutto riguardo il cast, che trovo in gran parte sprecato
Constantine 10/10/2006 02:18:44 » Rispondi Innanzi tutto mi sono andato a leggere il tuo commento caro Kow che non avevo visto prima. Devo dire che ( anche stavolta strano...) non mi trovo d'accordo purtroppo, non credo che sia un esercizio stilistico semmai un tributo ad un certo tipo di cinema, mentre l'amiciza tra i due non mi sembra affatto trattata superficialmente ( di fatti è più in secondo piano nel romanzo, che se non hai letto ti consiglio), ci troviamo d'accordo invece sulle interpretazioni. Credo che questo film di DePalma possa essere goduto anche senza la lettura del libro e questo è un grosso merito, e i cambiamenti adoperati dal cineasta non sono affatto fastidiosi per coloro che al contrario il libro lo hanno letto eccome... questo va assolutamente considerato quale punto enorme in più.