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RED STATE regia di Kevin Smith

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Filman     7½ / 10  24/01/2025 12:51:15 » Rispondi
Raccapricciante per i pensieri espressi e non tanto per quello che mostra, RED STATE si presenta alle porte della golden age degli horror con la chiave adatta per entrarvi: quello che va pizzicato non è lo stomaco dello spettatore, né i suoi occhi, ma la sua psiche. E anche se a questo film manca anche tutto il concetto di punizione/lezione metaforica che caratterizza gli stessi "horror d'autore" dell'ideale decennio 2015-25, in realtà il primo horror di Kevin Smith non riesce a prendere questo treno al volo per altre ragioni.
In primis l'estetica ancora un po' ibrida lo lega agli horror di generazione precedente, come The Mist di Darabont, con il quale condivide non solo uno scarso impatto cinematografico (cosa che invece avranno i successivi horror della A24, per esempio) ma anche dei folli personaggi religiosamente radicali, che hanno il loro seme, appunto, nelle storie di Stephen King: non sono esattamente una novità assoluta donataci da questo film.
E' stimolante e sperimentale, poi, il cambio di registro, da thriller-horror ad action. Tuttavia, oltre al fatto che questo salto dall'assurdo verso qualcosa di più documentaristico rompe un po' la sospensione dell'incredulità, far diventare questo cambio di registro la cosa più importante del film è il classico "tirarsi la zappa sui piedi", perché la prima parte era più interessante e perché, in fondo, non è così interessante.
C'è chi potrebbe trovare anche deludente la risoluzione finale della storia in stile Cohen Bros, perché sarebbe stata molto più soddisfacente se fosse stata sul serio un delirio fantasy in stile Quella Casa nel Bosco. C'è chi potrebbe dirlo.