Filman 9 / 10 25/02/2025 09:33:40 » Rispondi Ci sono una serie di cose in A STREETCAR NAMED DESIRE che urlano "modernità!". Dopo un decennio e più ad osservare le famiglie americane rintanate in questi simil-monolocali, ricostruiti tramite tre pareti come le sit-com, che volevano raccontare alla classe più agiata la malinconia della vita comune, la telecamera fa un passo indietro, trova un angolo di strada, uno scorcio di quartiere, un vicinato e persino gli interni della casa sono diversi dal solito (in genere erano tutti uguali). Anche se la fonte di questo tipo di cinema, come era negli anni 40, è sempre il teatro, qui abbiamo una tridimensionalità che fa arrivare le urla e il dramma casalingo fuori dalla porta di casa: segno di un cinema americano che sta accogliendo il neorealismo. Un'altra cosa per cui viene ricordato questo capolavoro è l'interpretazione di Marlon Brando, che però non è soltanto un bell'uomo massiccio messo a fare il sogno d'ogni donna, ma è un personaggio indecifrabile e inafferrabile nella sua cattiveria. Altra cosa che da spessore al film è come sono scritti i personaggi (soprattutto quello di Brando, chiaramente), sia perché ci si muove sul filo del bipolarismo, con l'accendersi di attimi di positività nei quale lo stesso spettatore casca, sia per il tipo di dialoghi, quasi mai prevedibili nella loro reazione: questo è il segno di una disfunzionalità inserita all'interno della scrittura che a sua volta si esprime attraverso dei personaggi disfunzionali. Questo è sostanzialmente ciò che interessa ad Elia Kazan: un dramma vero, fatto di azioni violente ad opera di personaggi mentalmente instabili che montano su delle relazioni tossiche. Non solo ci troviamo di fronte ad una messinscena recitativa all'avanguardia ma anche alla decostruzione del dramma classico americano, che finisce per avvicinarsi a qualcosa di tangibile e narrativamente fresco.