caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

KOYAANISQATSI regia di Godfrey Reggio

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Filman     9 / 10  18/04/2025 11:06:12 » Rispondi
Fu un fulmine a ciel sereno l'uscita di KOYAANISQATSI (per il quale bisogna anche ringraziare il visionario Coppola) così come fu fulmineo il rapporto tra il cinema e Godfrey Reggio che, senza averlo studiato ma semplicemente avendolo scoperto, esordì con un vero capolavoro. Si tratta di cinema o di videoarte? E' un film o un documentario? Queste domande, nel periodo storico in cui ci si chiede cosa sia arte e cosa no, sono fin troppo scontate ma non vanno liquidate.
Parliamo certamente anche di un cinema concettuale e di un cinema primordiale, cioè di un cinema che vuole "mostrare qualcosa" senza raccontarlo in altri termini, soprattutto nella prima parte dove si lascia spazio ai paesaggi, al trittico terra-acqua-aria e alla magnifica quantità di dettagli che solo la natura può regalare.
Poi si passa all'impatto dell'uomo e alla presa di posizione dell'uomo sul mondo. Ecco: qua il concetto di videoarte già si dissolve, perché inizia ad essere raccontato qualcosa, anche senza una storia, e viene raccontato con una determinata logica discorsiva ed un movimento ed una transizione emozionale che generano più di qualche "percussio animi". Le musiche di Philip Glass sono stratosferiche, sono di un synth e di un elettronico puri e mai forzati, sono scurrili come la più bella delle melodie e sono letteralmente ipnotiche. Come le immagini del resto: è mai stata immortalata una metropoli in maniera così bella? La sua notte, le sue luci, il suo traffico. E' mai stato utilizzato il time-lapse in questa maniera prima di questo film? Quanto sono belle queste sequenze velocizzate che immortalano né più né meno la nuova società di massa, sulle note di organi e tastiere!
E qua sorge un'altra questione, molto interessante artisticamente, che parte dalla crisi delle intenzioni. L'autore vuole mostrare un mondo che si sgretola, che più va in tumulto e più si auto-distrugge, paragonandolo ad un razzo che fa un gran trambusto per poi cadere. Ma chi non ha quest'idea anti-capitalista può vederla al contrario, tranquillamente, ed osservare degli aspetti del nostro pianeta e della nostra specie tutt'altro che terribili ma miracolosi e stupefacenti, che mostrano come siamo diventati degli animali che dominano un caos indicibile e capaci di cose megalitiche e fantascientifiche: in altri termini gli esseri perfetti. Il bello dell'arte, quando c'è ed è di ampio respiro, è anche la libertà interpretativa.
zerimor  18/04/2025 13:09:29 » Rispondi
Avevo già quest'opera nel backlog.
Nel tuo commento ora leggo che le musiche presenti sono di puro synth e io sono ancor di più incuriosito.