Filman 4 / 10 16/05/2025 10:51:44 » Rispondi Tutto nasce su una scogliera in Sicilia. Qui, dove regna questa fotografia che, grazie ai meme e ai social, anche i più ignoranti possono facilmente additare come "fotografia da film americano ambientato in Messico" il tempo sembra essersi fermato per i protagonisti. Passione estiva? Non proprio. Dalla fotografia all'impostazione narrativa (mare, conoscenze casuali, distacco dalla civiltà, zero telefonini) non si capisce bene se siamo nel 2024 o negli anni 70. Insomma, Muccino ha fatto un bel mash-up di atmosfere nostalgiche, perché, alla fine, quanto erano belle le estati negli anni 70, signora mia? Parola di boomer. Sono passati 10 minuti ma i problemi concettuali, nati da scelte di cattivo senso e cattivo gusto, non sono finite. E quindi subito pronti con la storia di una turista sprovveduta che si innamora dell'euforia fulminata di un giovane di periferia che (toh, oibò!!) è anche un criminale. Amore che continua anche quando lei sarà costretta a diventare una criminale e a macchiarsi di crimini e sangue. Quale è il messaggio che Gabriele Muccino vuole trasmetterci? Che erano belli i tempi delle storie d'amore giovanili quando finivi a letto con i mafiosi cocainomani? Non si capisce. La protagonista, ad onor del vero benissimo interpretata da Elena Kampouris così come molto bravi sono gli altri ragazzi, sembra compiacersi di aver trovato degli ex-galeotti come amici e si sente una dura perché non ha paura di venire stupr*ta (di una tristezza abissale, facessero un film sullo stup*o di Palermo i registi italiani piuttosto che dirigere queste minchìate). E fino alla fine di questa bislacca storia ci viene chiesto di fare il tifo per lei. Ma siamo seri? E questa sarebbe una storia d'amore, di passione e di follia? Siamo al delirio completo! Ci sono due cose che funzionicchiano in questo film, così pulito nella tecnica da farci vedere benissimo l'orrore di tutto il resto: la prima è il ritmo con cui questa folle avventura estiva progredisce e da spettatori siamo trasportati dall'esuberanza e dal godimento spensierato di questi due giovani; la seconda è la fermezza con cui avviene la fuga criminosa, che un minimo ci fa rimanere sull'attenti. Una montagna di problemi sta però nel mezzo. Innanzitutto è inconcepibile l'idea che, soltanto per una cotta, una giovanissima nerd americana diventi una criminale a sangue freddo, felice di rischiare la vita per compiere atti criminali come se fosse una cosa bella o come se fossero veramente queste le follie giovanili che vanno inseguite nel fiore dei propri anni. Nessuno vuole fare il moralista, però... cavolo... cosa ha che non va Gabriele Muccino? C'è addirittura un momento in cui sembra che la fiamma della passione tra i due amanti si stia spegnendo e tu dici "ok, finalmente arriva il momento in cui lei capisce che razza di persona lui sia, in cui lei realizza che bisogna essere maturi e innamorarsi di un'idiota tatuato per come ti ha guardato è un comportamento non buono e adesso che lei è maturata capirà che non ha niente a che fare con lui" E invece NO!!!!! E da qui diventa tutto un'assurda caduta nel surrealismo Aronofskyiano ed una serata tra le discoteche diventa una corsa per la vita, chiaramente pieno di forzature di sceneggiatura e idiozie. Un film fetido come questo non poteva che concludersi con un'idea didascalica e infantile, ovvero il titolo FINO ALLA FINE, perché lei prova a sopravvivere fino alla fine. Sipario.