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BAREFOOT GEN regia di Masaki Mori

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CyberWYX     8 / 10  28/09/2025 15:47:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Avendo visto il film un po' di tempo fa, mi sono documentato un pochino prima di scrivere il commento.
Ho quindi fatto la sorprendente scoperta riguardo l'autore del manga da cui è tratto l'omonimo film di animazione.

Keiji Nakazawa è stato un mangaka e scrittore giapponese, meglio conosciuto per la sua opera semi-autobiografica Barefoot Gen, che dipinge la tragedia della bomba atomica di Hiroshima e le sue lunghe conseguenze non meno nocive.
Un vero e proprio hibakusha (così vengono definiti i sopravvisuti alle bombe di Hiroshima e Nagasaki), che nell'agosto del 1945 ha vissuto l'inferno in terra e la perdita di quasi tutta la sia famiglia.

Con queste nuove informazioni di background, mi torna più semplice comprendere quanto ho visto.

Il film del 1983 porta sullo schermo infatti una tragedia che di solito associamo ai documentari, e infatti alla mia visione ex-novo avevo già percepito un taglio quasi documentaristico, fatto di immagini crude e dirette, oltre ad una certa serialità nello sviluppo, più simile a una sequenza di testimonianze che a una trama costruita con climax e risoluzione. La scoperta che il manga nasce dall'esperienza vissuta in prima persona dell'autore, ha chiarito e giustificato questa impostazione: il film non cerca tanto la drammaturgia classica quanto la funzione di memoria e testimonianza, ereditata dall'opera originale.

Sul piano tecnico l'animazione è solida, il character design semplice ma funzionale, il montaggio chiaro. È un film che merita, perché sa essere al tempo stesso accessibile e traumatico, e rimane un documento imprescindibile nella memoria storica del cinema giapponese.

Se non avete ancora avuto l'opportunità di visitare i musei dedicati agli eventi di Hiroshima e Nagasaki, che illustrano in modo esemplare la sofferenza e la follia di quei giorni terribili, non potete – e non dovete – sottrarvi alla visione di film come questo.
Non a caso i due musei sono stati denominati Peace Memorial: oltre a ricordare quanto in basso possa cadere l'uomo e quali abomini sia ancora, ahimè, capace di compiere, sono soprattutto monito e memoria della pace, che deve restare l'unico orizzonte da seguire.