Manticora 7½ / 10 oggi alle 14:53:14 » Rispondi Sicuramente non il miglior film di Del Toro ma assieme alla forma dell'acqua e il labirinto del fauno rappresenta la personale trilogia sui mostri del regista messicano. Un film che (quasi) nessun studios cinematografico avrebbe permesso di fare, complice non tanto i costi ma le tematiche e poi il genere horror ad alto budget è sempre un prodotto rischioso, comunque ci ha pensato Netflix. Dicevo che non è il suo miglior film, andando ai difetti non tanto sulla storia che funziona, anche con le modifiche sopra testo e le tematiche maggiormente affrontate dal regista, ma piuttosto nella MESSA IN SCENA . Brevemente i lupi in CGI sono ORRIBILI, così come il loro uso, anche per quanto riguarda la nave imprigionata tra i ghiacchi oserei dire che il set era troppo finto e non rendeva giustizia invece alla Torre laboratorio di Victor che è su tutta un altra scala rispetto agli altri film su Frankenstein. Altro plauso per gli interpreti, se Oscar Isaac ha il giusto phisic du ruole per incarnare il vero MOSTRO della storia, Jacob Elordi mi ha sorpreso, non tanto per l'estetica ma per la mimica che dall'inizio della sua resurrezione si basa su pochissime parole, un bambino che deve diventare un essere umano, imparare TUTTO non era scontato. Guillermo si prende tutto il tempo necessario, introduce personaggi nuovi vedi l'Harlander di Christopher Waltz, una diversa Helisabeth interpretata convintamente da Mia Goth, Charles Vance è appena pervenuto ma funziona discretamente, invece il fratello di Victor William rimane troppo sullo sfondo e rimane abbastanza inutile. Ottime le scenografie così come i costumi, aggiungiamo una fotografia notevole e un uso dei colori che rivitalizza il tutto e comunque questo Frankenstein si rivela superiore all'omonimo di Keneth Branagh. Soprattutto Guillermo usa la fisicità del trucco, delle protesi e delle scenografie con un uso limitato della CGI, la storia poi è uguale ma allo stesso tempo diverso e soltanto Del Toro poteva essere capace di non annoiare con un classico come Frankenstein soprattutto facendo allo stesso tempo qualcosa di diverso.