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TOKYO FIST regia di Shinya Tsukamoto

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CyberWYX     9 / 10  07/12/2025 15:07:50 » Rispondi
Tokyo Fist del grande Shinya Tsukamoto è uno di quei film che arriva tardi nella mia vita di amante della settima arte, ma che una volta palesatosi mi ha messo davanti all'evidenza di quanto lo avevo sottovalutato. Per anni ho pensato fosse solo un "Tetsuo col pugilato", una variazione minore rispetto al capolavoro. Errore, grande errore: forse è una delle opere più complete del suo autore, la sua opera omnia.

In questo film Tsukamoto non si limita a raccontare una storia: crea momenti di pura unicità, climax interiori in cui i personaggi sembrano liberare il loro potenziale come solo potremmo vedere in un anime visionario ma lo fa in un corpo profondamente vivo, urbano, metropolitano. Tokyo diventa una giungla di cemento in cui la brutalità non è una deviazione ma una condizione naturale e richiesta, un modo per esprimere le frustazioni e rompere i limiti imposti dalla rigidità del sistema.

La trama ruota attorno al classico triangolo morboso tipico del regista ma Tsukamoto scava più in profondità: il conflitto non nasce solo dalla contesa amorosa, bensì da una frattura antica, da un antagonismo psicologico che si amplifica e trova sfogo proprio nel pugilato. È proprio questa esplorazione dello sport, vista attraverso gli occhi di un grande artista, a rendere il film straordinario: non solo tecnica, non solo fisicità ma la chimica primitiva del combattimento, il seme della violenza che appartiene alla nostra atavica natura.

Anche grazie ad un intreccio principale fin da subito ben delineato, il film si permette anche una ricchezza di sperimentazioni visive in continua evoluzione: quelle che sembrano deviazioni sono in realtà finestre sull'interiorità dei personaggi, visualizzazioni della loro mente in evoluzione più che della realtà fisica. Le inquadrature sono magnifiche, il ritmo quasi sempre magnetico tranne una breve parentesi centrale in cui la dinamica del trio rallenta un po' per raccontarne la storia e l'epilogo, rallentamento dovuto soprattutto al personaggio femminile, meno incisivo e credibile rispetto ai due protagonisti maschili.

Ma si tratta di un dettaglio minimo, una leggera ombra su un'opera che resta di una potenza visiva e concettuale rara e impressionante.

Tokyo Fist è un film che scuote, che non somiglia a niente e che rinnova quella sensazione di scoprire un autore che non smette mai di reinventarsi.