maremare 8 / 10 01/05/2005 09:29:36 » Rispondi K come Chaplin si rende conto dell’impatto traumatico della voce, come intruso, sulla nostra percezione del cinema. K ci offre il privilegio di occupare lo stesso posto che sceglie il protagonista di Ferro3: quello di ‘mediatore evanescente’. L’atteggiamento chapliniano del film ci trasporta in quell’area, narrativa e culturale, di mediazione evanescente. Tale area appare situata tra l’epoca del modernismo meccanicista e l’epoca postmoderna caratterizzata dalla dispersione, cioè nel bel mezzo del passaggio tra la soggettività mono-logica e il gioco delle apparenze non più riferito ad una qualche Verità ultima. Un film perfetto e sublime fino a quando la storia non prende il sopravvento: il tempo narrativo può essere reso evanescente, ma il tempo produttivo e distributivo rimane ancora un monolite.
JoJo 05/05/2005 12:32:05 » Rispondi Bello il parallelismo con Chaplin, effettivamente azzeccato.
norah 04/05/2005 02:15:33 » Rispondi Anche il suo é un ottimo commento sig mare