Giordano Biagio 7 / 10 28/09/2005 10:31:50 » Rispondi Originale film di fantascienza che fa della lentezza scenica un linguaggio ossessivo. La sceneggiatura di Solaris si snoda con un ritmo psicanalitico. Lentamente, su uno sfondo dominato da immagini cromate di azzurro e viola; colori gai che rivestono di speranza i dubbi metafisici dei protagonisti. Il film fa precipitare, con forza straniante, in un altro tempo logico. Un tempo imposto da un inconscio aperto, dischiuso dalla bellezza di una donna e da una tragedia. Un inconscio che vuole esprimersi e teme perciò il razionale. I ricordi veri e quelli di copertura del dottor Kelvin si alternano ossessivamente. Li muove una pulsione di colpa originata dal suicidio della moglie Rheya. Kelvin non poteva più amare Rheya che pur gli dimostrava forti sentimenti. Una donna affascinante ma misteriosa che non comunica le parti di sé più vicine all'intelletto creativo. Il narcisismo di Kelvin rimane insoddisfatto. Impossibile avere la donna "tutta". Potere e amore entrano inevitabilmente in conflitto. L'Io del dottore non riesce più a contrastare il rimosso. Le forze rimoventi cedono al godimento delirante della purificazione. Verità e senso di colpa si combattono inesorabilmente in Kelvin per la ricerca di una quiete che riapra vie di felicità. Questo processo psichico inizia durante il primo sonno sulla stazione spaziale che ruota intorno a Solaris. Il pianeta reagisce alla presenza umana con un'intelligenza primitiva. E' in grado di materializzare figure umane presenti nella memoria dei protagonisti. Kelvin rivede Rheya e inizia con lei un nuovo rapporto. Il pensiero di Solaris non ha intenzioni strategiche, è mosso da un soggetto fuori da ogni logica umana. Il suo gioco può essere brutale. L'oceano del pianeta apre casualmente processi psichici che portano i problemi di Kelvin ad una svolta. Dirà con meraviglia Rheya nel momento in cui alcuni nodi si sciolgono: "Tutto quello che abbiamo fatto è stato perdonato"; purificato dall'oceano mortale di Solaris? Il pianeta con la sua semplicità infantile si pone in antitesi alla pulsione di colpa umana. Quest'ultima nasce da una complicazione etica della nostra vita civile. La colpa rimossa, rielaborata da Kelvin attraverso una riedizione della sua storia riaperta da Solaris, si trasformerà in una nuova passione per Rheya. Nonostante gli studi biochimici e fisici dei tre ricercatori l'intelligenza di Solaris rimane incomprensibile. Il pianeta non può essere riconosciuto dagli umani come "altro". La sua storia con l'uomo si configura più come un enigma utilitario dove l'uomo cerca la soddisfazione del rimosso che come oggetto di obiettivo valore scientifico. Solaris è uno specchio dei nostri disagi e ne riflette le soluzioni ideali che costruiamo. Agisce sulla complessa nevrosi di Kelvin come un terapeuta invisibile. Dirà il comandante suicida Gibarian analizzando l'assurdità della missione: "Noi non vogliamo altri mondi, vogliamo degli specchi". I poteri di Solaris non vanno apprezzati solo per l'opportunità di riscatto che offrono alla triste vicenda d'amore di Kelvin. Essi trasmettono soprattutto un'idea poetica di "altro".
Antonio.F.M 06/05/2006 16:59:09 » Rispondi Recensione stupenda, scritta con chiarezza ed intelligenza:io non sono stato capace di vederci tutte le cose che descrive lei,ma forse vorrà convenire con me sul fatto che il significato del libro di Lem è molto diverso. Dopo anni passati a studiare il pianeta vivente,dopo migliaia di libri scritti sull'argomento,non si riesce nemmeno ad instaurare la più semplice forma di comunicazione con l'organismo più grande dell'universo conosciuto. Il "contatto" con l'entità (così intelligente da riuscire a deformare volontariamente la propria orbita attorno al sistema binario) viene cercato,bramato,invocato.....e quelli non si accorgono nemmeno che c'è già stato. Io avevo capito che il libro era un saggio sull'incapacità umana a vedere i propri limiti ed accettarli. Se mi vorrà rispondere mi farà cosa graditissima. Antonio.
Giordano Biagio 01/10/2006 17:00:48 » Rispondi Si ha pienamente ragione, il libro è un'altra cosa, indubbiamente molto più sottile del film...
maremare 28/09/2005 11:23:16 » Rispondi Mi chiedo se tu abbia visto mai l'originale di Tarkovskij o se ti sia sbagliato a postare. no, perchè questo remakedi Sod. con Clooney 'una espressione' è veramente una c.agata
maremare 28/09/2005 23:56:26 » Rispondi sì, ma l'originale l'hai visto?
Giordano Biagio 29/09/2005 10:53:31 » Rispondi L'ho visto due volte. E' un capolavoro non paragonabile a questo, ho letto anche il libro. L'ultimo Solaris è sceneggiato con uno stile e contenuto diverso; ho semplicemente cercato di dire qualcosa in base a ciò che il film mi ispirava. Saluti
maremare 30/09/2005 02:02:06 » Rispondi vabbè e allora vallo a votare, no?