NNIICCKK 9 / 10 23/12/2005 12:15:17 » Rispondi Frank Darabont dirige per la seconda volta un film tratto da un romanzo di Stephen King (il primo era stato "Le ali della libertà") ed anche in questa occasione si tratta di un dramma carcerario. In questo caso però accanto alla terribile realtà del "braccio della morte" il tema principale è una sorta di "magia" rappresentata dal gigante-buono John e dalle sua straordinarie ed inspiegabili capacità di guaritore. Impossibile non commuoversi di fronte alla tristezza e drammaticità della maggior parte delle scene, questo è un film che fa decisamente riflettere, come dice il protagonista, interpretato da un bravissimo Hank: "Tutti noi dobbiamo percorrere il nostro miglio ……. prima o poi !!". Gran merito del regista e degli interpreti è certamente quello di aver sapute ricreare la giusta atmosfera (cosa non molto facile dato che la maggior parte del film si svolge al chiuso, nel "miglio verde") e di aver saputo dare corpo ma soprattutto anima a tutti i personaggi, compresi i più crudeli. La morale della storia potrebbe anche essere: l'uomo (nel senso di "umanità") distrugge sempre ciò che non riesce a comprendere, incurante del fatto che esso potrebbe salvarlo dalla "dannazione eterna".