frine 7½ / 10 06/05/2006 03:10:04 » Rispondi Speravo di non doverlo rivedere...invece ho ceduto alla tentazione, e così ho di nuovo pianto e strapianto, e mi sono arrabbiata di conseguenza (accidenti a King e al regista!). Accuratissima e credibile la ricostruzione dell'antipatico luogo, con i suoi terrificanti rituali che a lungo andare diventano routine quotidiana. I secondini (in realtà esecutori delle condanne, e dunque carnefici, per dirla come va detta) sono per lo più seri professionisti, mariti e padri esemplari, gentili e sensibili. Con una sola eccezione. I condannati sono per lo più poveri disgraziati, meritevoli di compassione più che di condanna. Con due eccezioni: un mostro e un santo .
King e Darabont hanno buon gioco nell'evidenziare come il Male non stia sempre dalla parte giusta delle sbarre. Questo si sa, così come sappiamo quanto possano essere crudeli e spietati i 'testimoni' , parenti e amici delle vittime. A questo punto, gli autori pretendono un atto di fede: al pari dei protagonisti della storia, dobbiamo credere che possa esistere una figura eccezionale in grado di trasferire il Male da dove (ingiustamente) si trova a dove dovrebbe (giustamente) essere. Troppe volte il film rischia di trasformarsi in una burla, troppe volte si è tentati di pensare che l'orribile Percy sia solo un pauroso e inetto impiegato 'mobbizzato' dai colleghi (la sua immobilizzazione nella cella di isolamento è un gesto di nonnismo!). Dobbiamo abbandonarci al misticismo del film, condividere il suo assunto, convincerci che nel 'braccio della morte' sia approdato, per un clamoroso errore giudiziario, un taumaturgo. Dopodiché, si può piangere, inorridire di fronte alla spaventosa esecuzione di Delacroix, commuoversi davanti alla miracolosa guarigione di Melinda. La splendida fotografia e le convincenti interpretazioni aiutano nell'arduo compito. Difficilmente difendibile, comunque, il finale.
Che il 'mostro' sia colpevole proprio dei delitti imputati al 'santo' è coincidenza troppo semplicistica.
thohà 06/05/2006 12:59:19 » Rispondi Vedo che anche tu hai apprezzato. L'ho rivisto anch'io e, come te, ho ripianto e strapianto. Quel maledetto che non mette
Purtroppo ancor oggi, con la sedia elettrica, si verificano esecuzioni spaventose e inumane come quella del disgraziato Del. Si presume tuttavia che si tratti di errori involontari. King ha il merito di avere presentato il problema in tutta la sua atrocità, anche se nella sua storia il dolo è indubbio. Poi c'è la ferocia dei 'testimoni' sempre alla ricerca di capri espiatori. Tutt'altra musica in "Dead man walking".
Jellybelly 09/05/2006 20:22:39 » Rispondi Sono d'accordo in toto con tutto quanto hai scritto, salvo che per il merito del film. Gli argomenti trattati sono assolutamente lodevoli, e su questo non ci piove. La riuscita del tutto è però poco convincente, sia a causa della scarsa personalità di Darabont, che non calca lì dove dovrebbe e si lascia prendere troppo dalla ricerca del buonismo a tutti i costi, sia a causa della brutta prova di Tom Hanks, che non dà un minimo di spessore al proprio personaggio. Il risultato finale è comunque sufficiente, ma avrebbe potuto convincere molto di più, stanti le premesse più che buone