Cult anni 80 del maestro John
Carpenter, che si avvale di atmosfere a dir poco suggestive e di un
soggetto originale. La principale pecca di "1997: Fuga da New
York" è una sceneggiatura a tratti non all'altezza
(principalmente nel secondo tempo), che intacca in gran parte il risultato
finale. Il regista, tuttavia, giostrandosi alla perfezione con
inquadrature e tempi di regia, riesce a mantenere alto il coinvolgimento
dello spettatore. Bravo come al solito il "cowboy-leoniano"
Lee Van Cleef; tamarro, ma figo Kurt Russell (citando liberamente il
commento di Zero00). Da vedere, in quanto a distanza di anni la
pellicola di Carpenter pare abbia mantenuto parte del suo fascino.
Enzo001 27/04/2008 14:04:10 » Rispondi Apprezabile, inoltre, la critica mossa alla società, più dura e visibile in "Fuga da L.A." Eccezionali i diloghi...
Enzo001 06/11/2008 13:49:20 » Rispondi Crepi l'avarizia, direi che non sarebbe male aggiungere un voto in più.
wega 29/12/2008 12:42:05 » Rispondi Che fai, come Qualcuno?
Enzo001 29/12/2008 18:37:23 » Rispondi No, è che stoltamente pensai di valutare questo film secondo canoni "tradizionali" [eh?] (forse perché deluso dalla seconda visione). Mi son rimangiato tutto con la terza, dopo aver visto "Doomsday". Stracult.
wega 05/01/2009 20:45:58 » Rispondi Sì sì no hai fatto bene a valutare secondo i giustissimi canoni tradizionali. Rivisto prima di "Fog" (che ho visto subito dopo questo per dipendenza psico/fisiologica), è proprio un cultone del stradio**!!