JOKER1926 6½ / 10 06/02/2009 13:18:47 » Rispondi L'olocausto ebreo ormai è diventato un vero e proprio genere cinematografico, le pellicole che trattano questi drammatici episodi si sprecano…
"Senza destino" è un film molto drammatico, cupo, triste, macchinoso… E' difficile trovare la "luce" in questa pellicola, scenari cinici e personaggi stremati accompagnano lo spettatore in una tribolazione pressoché eterna… Innanzitutto bisogna lodare il lavoro tecnico, fotografia sublime, colori freddissimi agghiacciano beffardamente lo spettatore; scenari come detto luridi, essi sono esposti al pubblico grazie a delle particolari e convulse inquadrature. Attori buoni, essi trasmettono sofferenza, desolazione, afflizione, rancore… I "dilemmi" riguardano il contenuto del film, la pellicola è un po' troppo lenta, i dialoghi inoltre giocano a sfavore, le "chiacchierate" a volte sfociano inutilmente nella pura retorica.
A differenza di altri film (come "La vita è bella", "Il pianista") che riescono (saggiamente) a "mescolare", "intersecare" vicende "armoniose" con lo strazio totale, "Senza destino" è un film senza "sbocco", non esiste luce, impossibile è trovare uno spiraglio di luminosità, la base concettuale è solo la sofferenza e l'umiliazione, non c'è alcun episodio "eufonico" , "melodico" …
Il film a tratti risulta essere un po' troppo prevedibile (ritorna importante il discorso iniziale, il tema Olocausto è stato "torchiato" all'estremo, quindi è difficile, quasi impossibile proporre una pellicola innovativa, l'originalità non c'è, l'unico ingrediente dominante è ovviamente la violenza, il dramma)… Ovviamente non mancheranno scene discrete, gli ebrei spossati a volte impressionano la massa spettatrice…
"Senza destino" ci porta nel "ventre" dei Lager, il regista con grande classe mostra allo spettatore la sofferenza del popolo ebraico (per l'ennesima volta!), il regista "infarcisce" il tutto con accuratezza…
Il finale è in parte positivo, a tratti ricorda "Il pianista", anche se non mancheranno insulsi "chiacchiericci" retorici che in buona parte deludono ogni attento spettatore… (Anche il concetto della felicità risulta essere un po' troppo "teorico" e dunque accademico, la regia poteva "almanaccare" il tutto in modo migliore…)