Zero00 7 / 10 28/04/2009 09:55:21 » Rispondi E' veramente difficile per me descrivere e commentare un film del genere. Se è vero che McMorrow nel suo primo lungometraggio fa veramente un gran lavoro, che la fotografia e le diverse scelte a seconda dei personaggi sono azzeccatissime e che il film, anche se lento e (per qualcuno, a ragione) noioso, tiene comunque incollati se non altro perchè distrarsi un secondo potrebbe significare perdere il filo e quindi il senso di tutto, è impossibile non notare mille difetti, tanti piccoli particolari che lasciano un po' con l'amaro in bocca.
La città di mezzo è una Gotham vista e rivista, Preest (nonostante la bella maschera) ricorda altri mille personaggi, alcune sfumeture sembrano lasciate al caso, alcuni personaggi sembrano non approfonditi, come il ragazzo.
infatti anche se ho trovato ottimo la contrapposizione tra i due piani della narrazione e il loro fondersi in un unico contesto/storia, il finale "vissero (quasi) tutti felici e contenti" non mi è piaciuto, nonostante sia l'unico finale possibile, ammettendo che l'uomo delle pulizie sia Dio o un angelo
Insomma, non mi è dispiaciuto affatto, tendo a dar più valore ai pregi che ha difetti che in lavori futuri potranno essere smussati. Di certo non è il classico film su super eroi o su futuro alla 1984, non ci sono botte da orbi (anche se qualche bello scontro non manca) e l'ironia si va a fare benedire. I più si annoieranno come matti.
ferro84 28/04/2009 12:52:26 » Rispondi Sto scrivendo la recensione però non vorrei dire ca.z.z.ate :)
L'uomo delle pulizie è la visione di Emilia, mentre Citta di mezzo è la visione di David e l'amica immaginaria è la visione del ragazzo appeso.
Mentre il padre di David ha Dio.
Ogni personaggio rifugge dalla realtà creandosi degli alter-ego che rappresentano il proprio inconscio e quindi la propria coscienza e questi personaggi li aiutano ad affrontare la realtà.
Mentre per Emilia e il ragazzo "appeso" c'è l'happy end perchè entrambi affrontano la realtà facendo sparire le proprie visioni, per David la situazione è diversa perchè appena si rende conto del mondo reale si sucida e di conseguenza non è nemmeno un happy end per il padre del ragazzo
Posso confermare? Col mio voto a favore porto anche quello di colei che ha visto Franklyn con me, che tra l'altro l'aveva pensato prima di me medesimo.
[A 'sto punto attendo la recensione di questo gioiellino con anZia.]
Ah ma allora non è sembrata così solo a me.. Per il ragazzo, sinceramente, ho pensato che andasse bene così 'approssimato' perché rendesse l'idea dell'incompletezza e dello smarrimento, del bisogno di aggrapparsi a qualcosa di inesistente, inconsistente come il suo carattere che si faceva sentire solo quando si trattava di darsi da fare per cercare quella figura che agognava. Un po' come il modo ossessivo con cui lei cercava le attenzioni della madre [malato, più che ossessivo], Esser suo figlio e Preest la vendetta..