williamdollace 8½ / 10 01/06/2009 15:34:42 » Rispondi Non vedo cosa ci sia da ridere o fischiare. La paura di se stessi e della propria natura genera grasse risate isteriche? Lars abbandona momentaneamente la delineazione dei gessi sui pavimenti della sua trilogia americana per concentrarsi sulla somatizzazione e l’espulsione dei suoi demoni interiori in seguito ad una forte depressione. E da provocatore quale egli è inscena l’infibulazione, sì, ma della critica: La mutilazione di ogni valutazione. Al monte si torna, in seguito alla purificazione: Tre, Due, Uno. Al monte si scende con la vera Natura, con la propria vera natura decolorata dal parlatoio psicanalitico: La volontà d’Impotenza. Il simbolo reiterato e trasformista allora si trasforma, la natura muta e poi rimuta: gli equilibri si ristabiliscono nella perdita della perdita. Lo squilibrio ricalibrato dal taglio genetico è il filtro guasto dell’equilibrio cosmico impossibile da ripristinare. La somatizzazione simbolista del male è La rimozione del simbolo della causa della perdita. E’ un gioco di sopravvivenza fra il Male e il Bene, fra ciò che è buono e ciò che è cattivo. E Cosa è buono e cosa è cattivo? Per Lars Von Trier questa domanda non ha alcun significato.
TimBart 02/06/2009 14:12:17 » Rispondi E proprio per questo motivo poteva risparmiarsi questo film!
HATEBREEDER 01/06/2009 16:03:32 » Rispondi Basta che poi nella perdita della perdita della perdita lo squilibrio cosmico si ristabilisca, sennò qui a furia di scoreggiare implodiamo tutti