VikCrow 8 / 10 28/01/2010 20:58:05 » Rispondi E' il 1996, anno in cui l'ancora sconosciuto Kim Ki-duk approda al
cinema con il suo primo lungometraggio, "Crocodile". Ki-duk si rivela sin da subito un regista prodigio, pur essendo
ancora in fase di svezzamento, si denota immediatamente la sua
folgorante capacità di metaforizzare lo scibile e tramutarlo nel
fondamento delle sue opere. Esercizio di stile? Certamente a
qualcuno sarà balenato in mente un pensiero simile, ma a parer mio
non è certo questo il caso. Bisogna parlare invece di mosse audaci,
espressione che calza a pennello e descrive esattamente i tasselli
che compongono quel puzzle apparentemente così contorto, ma
straordinariamente lucido, che è la filmografia del regista, ed è
con "Ag-o" ("Crocodile" all'anagrafe Coreana) che tutto ebbe
inizio. Un palcoscenico sudicio, ai confini della società, distante dagli
odori casalinghi, dagli umori genuini, questo è l'ambiente in cui
scorrono i giorni di una famiglia di barboni di Seoul e del
disadattato accattone Yong-pae (detto Crocodile), che soffoca
all'aria aperta di questo purgatorio infetto e malandato, cacciando
corpi ormai distanti dalla vita che si lanciano dal ponte sotto cui
lui vive, come esche gettate in acqua da un abile pescatore. Lui,
proprio come un animale affamato, attende la preda. E sarà in una di quelle buie mattine che dal fondo del fiume
raccoglierà una giovane donna in fin di vita. Ed è qui che nasce uno dei dualismi fondamentali della
cinematografia del regista: Uomo = Animale. Come una belva feroce l'individuo Kim Ki-dukiano necessita di due
cose fondamentali, nutrirsi ed accoppiarsi, due istinti dai quali
non può sottrarsi. Ma a Crocodile non basta mangiare ed utilizzare quel suo tesoro,
strappato alla morte dal letto del suo amato fiume, come un
giocattolino sessuale. C'è dell'altro dietro quel suo sguardo
spaventato. Dietro questa figura, logora ed impulsiva, si cela un
animo inquieto che sopravvive a stento nel mondo artificiale,
dominato da colori spenti e sangue, fatto di violenza gratuita e
rumore. Ed è così che pian piano, si insinua a forza questo
pigmento intenso, un blu a tutto-tondo, che avvolge con le sue
multiple sfumature la dimensione ideale di un anfibio come Yong-
pae. Il suo concetto di Casa, non inteso come struttura abitativa,
ma come luogo di assoluta pace e tranquillità, in cui vivere
incuranti dello scorrere esterno, una dimensione uternina dalle
tonalità metilene dalla quale non voler più scappare.
Uomo = Animale Anfibio
Nonostante si tratti di un Kim Ki-duk ancora acerbo e grezzo, con
questa sua opera prima, il regista coreano, sbalordisce e segna dei
confini ben delineati di ciò che scaturirà in futuro dalla sua
mente inusuale. Proprio due degli elementi ricorrenti nella sua
filmografia sono qui assemblati con maestria superba: l'acqua e la
dualità (caratteri fondamentali de "Seom - L'isola" del 2000, in
cui l'individuo diviene pesce). Entrambe vengono dipinte con molteplici micro-sfaccettature. Non
esiste, dunque, un significato unico ed incontrovertibile delle
cose. L'acqua, la vita, un continuo fluire che scandisce le stagioni
dello spirito ("Primavera, Estate, Autunno, Inverno... e ancora
Primavera" del 2003) , che segna pronfondi solchi e frastagliate
fratture nell'intimità di ogni uomo, il quale ricerca la necessità
di rifugiarsi in un mondo fittizio ("Real Fiction" del 2000),
dominato da pulsioni incontrollabili, istinti animaleschi e
rapporti sadomasochisti ("Bad Guy" del 2001 e "Seom - L'isola"), un
mondo corrotto alla nascità solo perchè non può coesistere in
equilibrio con quello preesistente modellato su una società
apparentemente solida, di conseguenza, l'essere è sottoposto ad un
processo di sdoppiamento per salvarsi dall'inevitabile
autodistruzone. E' bene ricordare che nelle opere del regista la realtà non è mai
ciò che appare, egli stessò lo affermerà nel 2004 in "Ferro3 - La
Casa Vuota", come se volesse svelare la chiave di lettura del suo
universo filmico: "Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia
realtà o sogno".
Naturalmente "Crocodile" è molto di più, ma che gusto ci sarebbe se
vi svelassi punto per punto l'intera trama del film? Un'opera atipica che schiaffeggia pesantemente il cinema
occidentale. Eppure Kim Ki-duk è definito da molti come il regista
orientale più occidentalizzato... mi trovo completamente in
disaccordo. Credo proprio che sia l'occidente a dover apprendere da
questo ammirevole Talento.
VikCrow 28/01/2010 20:59:39 » Rispondi Ma perchè il commento mi appare in colonna =_= ????? Mistero.
Ciaby 28/01/2010 21:10:56 » Rispondi Sei un cul.o nerd Xhahahahahahahahahah
8 è pochissimo, comunque. Non dirmi che sei diventato un recensore à la morandini? :O
Ti voglio bene comunque
:heart:
Kim Ki-Duk, comunque, mi ha conferito le tavole dei dieci comandamenti del cinema.
1- Mai Osare parlar male di Kim Ki-Duk e del cinema asiatico in generale
2- I lavori su commissione sono per gli incompetenti o per chi ha fame di soldi
3- Hollywood è la morte.
4- Ispirati ai tuoi mostri sacri, ma non citarli nè imitarli. Hai un tuo stile caz.zo
5- Ognuno può fare cinema. I raccomandati non esistono, non devi aver cul.o. Devi avere talento, quello basta.
6- Se riprendi una donna che piange per 40 minuti solo per imitare il capolavoro "Vive L'Amour" (grandissimo film), sei un perdente. Gioca con le emozioni che provi tu.
7- Kim Ki-Duk è la summa. Lui è vita. Poi sotto di lui, tutti gli altri registi del grande cinema: da Lynch, a Von Trier, da Haneke a Kitano. E poi Bunuel, Matsumoto, Miike, Tsukamoto
8- Se fai un film per le quattordicenne non sei un regista, ma un segaio.lo
9- Ferro 3 è la tua bibbia. Kim il tuo guru. Tu sei il suo profeta e sei fai un film di mer.da blockbusterone, meriteresti la morte
10- Ama il cinema e lasciati amare dalle emozioni
FINE.
Ciaby 28/01/2010 21:13:41 » Rispondi questi dieci comandamenti sono frutto di un sogno che ho fatto stanotte. Kim discendeva dal cielo in toga e io, con la mia telecamera a riprendere Chinatown. Mi porge il dito e mi dice "Diffondi il verbo della vera settima arte. A morte Moccia".
Giuro. Ha detto così.
VikCrow 28/01/2010 21:16:08 » Rispondi Ma tu sei uno strafottutissimo genio!!