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THE PROMISE regia di Wu ji

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Ciaby     1½ / 10  01/02/2010 15:31:21 » Rispondi
Rosso, rosa, fucsia, arancioni.
Una mandria di bufali che si scaglia lungo un canyon strettissimo, personaggi mitici con capelli e tuniche nel vento, armature colorate e stridenti, battaglie epiche, balzi fantasiosi quanto karmatici. Detto così, sembra un enorme kolossal orientale ad altissimo budget e acchiappa pubblico. Non vi sbagliate, "The Promise" è proprio questo (il film è uno tra i più costosi mai realizzati in Cina, di sempre).

Chen Kaige, regista cinese conosciuto per il successo mondiale di "Addio Mia Concubina" , punta al festival di Cannes 2006 con questo "The Promise", un filmone di grandissima produzione (coproduzioni comprese con Giappone e Corea Del Sud, ovviamente a scopo commerciale), attori famosi e tanta computer graphica Hollywoodiana. Insomma...un film che punta direttamente a vendere.

D'altronde la trama è sempre la stessa: ragazza che non può amare perchè sotto incantesimo, battaglie (letteralmente) incredibili, uomini che fanno balzi di venti metri e poi onore, baci e violini strappalacrimucce.
Ma "The Promise", ahimè, è anche peggio.

Lasciando stare l'immancabile storia d'amore dettata dal destino e dai violini prorompenti, questo film è un vero e proprio fallimento d'orgoglio digitale scassamaroni, con una sceneggiatura inesistente e con noia incombente.
Per fortuna c'è una recitazione interessante, che non riesce comunque a salvare le sorti di un aborto simile, che si conclude con un finale moralista che neanche Spielberg...

Chen Kaige si affaccia al cinema wuxia e lo occidentalizza, aggiunge un bel po' di effettacci e butta nel calderone la solita trama trita e ritrita, infarcendola di effetti speciali computerizzati (orrendi e incredibili) e luoghi comuni a go-go. Ciò che poteva, dunque, sembrare affascinante (grazie ai colori bellissimi e a Cecilia Cheung, gran bella figliola ^___^) diventa quasi irritante.

"The Promise", infatti, è una farsesca fuffa da blockbuster, acchiappa pubblico sì, ma al limite dell'inguardabile, un vero e proprio insulto al cinema asiatico, l'unico a realizzare continuamente capolavori e l'unico che salverà la settima arte.
Visti i numerosissimi grandi film con gli occhi a mandorla (anche cinesi...basta pensare al grandissimo Jia Zhang-Ke), qualche ***** se la possono pure permettere.

IL MIO VOTO: 1.5
(mezzo voto in più ai colori e a Cecilia)