JOKER1926 7 / 10 18/08/2010 17:57:05 » Rispondi Dopo le improponibili pellicole recenti "made in Italy" incentrate su indigeribili vicende politiche e sociali Giuseppe Capotondi (al suo esordio da regista) porta una "relativa" novità nelle sale e riesce a donare al pubblico nostrano un prodotto più che dignitoso, affascinante e "misterioso".
"La doppia ora" è come accennato una sorta di "relativa" innovazione, insomma il Thriller metafisico (stile Lynch) dalle "nostre parti" non si è mai visto in questi anni ed è questa la nota positiva, ventata di aria fresca; il tutto resta ovviamente un dato relativo visto che altri registi, sicuramente più navigati del buon Capotondi, hanno già attuato ciò nel passato con brillanti risultati. Ritornando a parlare comunque de "La doppia ora" c'è da apprezzare parecchio, già il titolo metafora di tante cose, la doppia ora infatti è quel fatidico momento ove si "accavallano" i numeri dell'orologio proponendo un "doppio", orario, è questo il momento dei sogni, il momento di "scappare" in un'altra vita (vita parallela?) sprigionando il proprio estro mentale e confondendo la realtà con un futuro teorico. Teorie e sensazioni scandite in modo efficace e sorprendente da parte della regia.
"La doppia ora" amalgamato in una buona fotografia è la sintesi di una Torino (ambientazione del film) cupa e tormentosa, mai convenzionale e così ermetica da fungere anche da splendido palco per un film Horror. Capotondi si circonda di attori volenterosi, buona ad esempio la prova di Filippo Timi. Ad impressionare su tutto resta sempre la sceneggiatura, la pellicola si sviluppa molto bene, cupa nella prima parte con l'incontro dei due protagonisti diventa sempre più intrigante e "Lynchana" nella restante, i sogni e tutti i passaggi "inverosimili" creano un magico alone di drammaticità e di suggestione; la scena della telecamera in pieno stile David regala momenti di pathos indispensabile nell'egemonia del film. Capotondi non disdegna di presentare scene originali e quasi geniali di formidabile impatto visivo, potenti ed azzeccate al tedioso contesto. Si giunge , fra visioni e tormento, ad un'ultima parte di film che chiarisce molte cose, regia nel frangente poco maniacale e molto asciutta ed era la cosa migliore da fare, proseguire sul modello iniziale poteva far diventare la pellicola fin troppo "criptica" e confusionale. Facendo ciò la regia riesce a concretizzare alla meglio i fili di una storia aspra e dura piena di velature (quasi) oniriche, il finale è amaro, spiritualmente veemente e non "spettacolare", va bene così!
"La doppia ora" è Cinema, è un grande lavoro, studiato, creato, sviluppato su una sceneggiatura audace con pochissime sbavature e con episodi singolari e colmi di un magnetismo che da sapore ad un gioco chimerico intriso in nozioni di metafisica.
outsider 30/09/2010 21:03:03 » Rispondi Ottimo il tuo! Magistrale direi! Mi fa piacere leggerti! A proposito, ho visto Leon in ritardo rispetto a tutti. L'ho visto l'anno scorso. Effettivamente è molto, molto bello. Forte è dire poco!