Una gioia per gli occhi, visto in 3D ed è uno dei pochi film che abbia mai visto a meritare tale formato. Chi ha paragonato questo film ad Avatar insulta il talento creativo e stilistico del cinese Ang Lee, indubbiamente uno dei migliori registi in circolazione.
Il film parla di Piscine Patel, un ragazzo figlio del proprietario di uno zoo in India che, per motivi di affari, decide di trasferirsi in Canada via mare, portando con se tutte le sue creature in una specie di "Arca di Noè" dei nostri giorni. Senonchè una tremenda tempesta fà colare a picco il tutto. Purtroppo Pi perde i suoi cari riuscendo a salvarsi solo grazie a una scialuppa che lo terrà a galla insieme a Richard Parker, la gigantesca tigre del Bengala dello zoo.
Comincerà per entrambi una lotta per la sopravvivenza per superare le avversità climatiche e la carenza di cibo e una forzata convivenza che metterà alla dura prova entrambi...
Come detto film tra i più belli a livello visivo (Oscar per la fotografia e gli effetti speciali credo sicuri) e un budget insolitamente alto per il cineasta cinese (Circa 70 mln) adoperati con maestria innata: un uso poderoso della CG, mai per tamarrate superflue ma magari per donare maggiore espressività alla tigre anche rischio di umanizzarla a volte, o per esempio nella scena tra la iena, la zebra e l'orango, o per la grandiosa scena dell'isola dei suricati. Funzionalità delle tecnologie moderne nelle mani di un maestro al passo coi tempi.
Non servono esplosioni di luci improvvise o scene al limite del surreale in stile fantasy per come lo vediamo in molti film: e cosi vi ritroverete a bocca aperta semplicemente vedendo la scialuppa in balia delle onde prima, per trovarsi dopo in mezzo all'oceano calmo di notte, in un letto di stelle che l'acqua rifrange come uno specchio. Non avevo mai visto Lee cimentarsi in un film dalla tanto evidente presenza persino di scene d'azione pura come la grandiosa scena del naufragio, che riesce a schiacciarti contro il sedile dello spettatore, tanto è la sensazione di grandiosa tragedia che incombe e inghiotte tutto e tutti, che il regista riesce a dare.
Tutto il resto del film alla fine si svolge sulla scialuppa tra Pi e la tigre, in un vero e proprio duetto, in quella che è l'estrema prova che Pi affronta con coraggio non solo per riuscire a sopravvivere, quanto più per riuscire a "toccare con mano" una prova, un segno, che gli dimostri l'esistenza o meno di Dio, indipendentemente dalla professione o dalla figura che incarna (Per questo motivo da piccolo aveva deciso di seguire 3 o 4 religioni diverse); l'esistenza di un'entità che si mostri all'uomo nel momento di estremo bisogno, una figura ultraterrena rassicurante, che resterà il perno su cui girerà l'esistenza di Piscine Patel.
Verrà ricordato come uno dei migliori di Ang Lee