ferro84 9½ / 10 12/01/2013 11:23:23 » Rispondi Film come "La migliore offerta" ci ricordano perchè, nonostante tutto, Giuseppe Tornatore sia tra i migliori registi in circolazione non solo in Italia. Sedersi in sala e guardare una pellicola di siffatta fattura è un piacere per chiunque ami il cinema, pur muovendosi in un film di genere, Tornatore ricorda il miglior Polanski e mette in atto tutta la tecnica che possiede. La migliore offerta è un film avvincente, che tiene letteralmente incollati in un vortice di tensione che non si regge su nessun particolare risvolto narrativo bensì sulla grande capacità registica nonchè sulla presenza di un finalmente in forma Morricone, che riesce a creare una colonna sonora forse un pò invadente ma in perfetta linea con la storia raccontata. Merito anche dei produttori della Warner Bros che riescono a limare certi aspetti barocchi del suo cinema e gli permettono di poter accedere ad un cast finalmente all'altezza e non fatto dai soliti "noti". Geoffrey Rush è eccezionale e già dai primi minuti si intuisce che "La migliore offerta" non sarà il solito classico mistery, bensì qualcosa di più.
Tornatore si dimostra anche molto eclettico nello stile, se in genere l'impostazione ricorda il cinema di Polanski, la descrizione di Oldman viene fatta alla Sorrentino con un finale che invece ricorda il miglior Sergio Leone (da notare anche alcuni simbolismi di lynciana memoria come la nana). Perchè il film va analizzato nelle sfumature, limitarsi alla storia raccontata potrebbe sminuirne il valore in quanto non gioca, giustamente, sull'effetto sorpresa, rendendo chiara molto presto la natura ambigua del rapporto. Non bisogna soffermarsi sull'effetto telefonato in quanto è stato effettivamente previsto, l'interesse non risede sulla storia bensì sulla solitudine del protagonsita, sulle sue difficoltà nel relazionarsi con gli altri. E' un film molto crudo, una risposta efficace a chi accusa, non a torto,Tornatore un eccesso di sentimentalismo a buon mercato.
Un uomo deluso dall'umanità, rinnegato dal suo amore ma soprattutto dal suo migliore amico Billy, l'unico che riusciva ad abbracciare e a toccare senza i suoi guanti. Infine gli ultimi 10 minuti elevano il film da ottima pellicola di genere a vero film d'autore nel senso positivo del termine. La scena del ristorante degli orologi, dove tutti gli ingranaggi sembrano funzionare e dove Oldman non sembra rassegnarsi ad aver perso il suo, un richiamo sia stilistico al finale di "C'era una volta in America" dove il protagonista disilluso vaga con i suoi ricordi nella fumeria d'oppio, qui si trova solo in un ristorante ma è sogno o realtà?
Difficile trovarne difetti, se non in un doppiaggio stranamente scadente e in alcune forzature della sceneggiatura, comunque perfetta dello stesso Tornatore.
Tutto è riproducibile, nulla è vero, anche nell'arte allora forse è meglio restare chiusi nel proprio mondo?
Sir_Montero 12/01/2013 14:34:09 » Rispondi Molto puntuale e preciso il riferimento a Polanski; è un richiamo che non avevo ancora del tutto colto. Oltretutto condivido il tuo commento.
elio91 12/01/2013 12:06:13 » Rispondi Gran commento. Sarà che non ci faccio molto caso ma il paragone con Leone ci sta benissimo, anche se il migliore è certo quello di Polanski di cui Tornatore sembra essere quasi un allievo. La cosa poi è esplicita se si pensa a chi era il protagonista insieme a Depardieu di "Una pura formalità", oppure ai tanti rimandi che ogni tanto compaiono nel suo cinema (la scala labirintica ne La sconosciuta stile Inquilino del terzo piano, sempre ne la sconosciuta in una sequenza al cinema dove la protagonista ruba le chiavi mi pare trasmettano Oliver Twist di Polanski). La nana è stato un altro grande tocco, molto lynchiano (vero).
Non sono d'accordo solo su una cosa: mai come in questo caso Morricone mi è sembrata per nulla invadente se pensiamo agli standard del regista. L'ha utilizzata abbondantemente nelle scene migliori, questo si (penso alla prima in cui vediamo Virgil osservare le sue "donne" nella sua stanza, da antologia).
ferro84 13/01/2013 12:23:52 » Rispondi Grazie, sulla questione colonna sonora apro una parentesi.
Ci sono due scuole di pensiero, ritenere una colonna sonora invadente significa che diventa protagonista. Si sa che una scena con la musica è una cosa senza un'altra ancora.
Morricone fa colonne sonore che in genere diventano protagoniste per la loro rindondanza ed importanza. Questo non sempre è un bene per esempio in Baaria, l'importanza di quella colonna sonora strideva con la pochezza della storia ed era intilmente rindondante.
In questo caso è sempre protagonista ma la suo grande effetto di drammatizzazione è funzionale alla storia quindi è ok. Questo intendo dire con invandente.
elio91 13/01/2013 13:56:33 » Rispondi D'accordissimo. Se vedi la versione director's cut di Nuovo cinema paradiso, meno efficace di quella "normale", il commento musicale diventa soffocante per come è usato in dosi massicce. Per il resto mi trovo in linea col tuo discorso.