martina74 9 / 10 27/09/2006 13:22:29 » Rispondi Qualcuno, ironicamente, ha detto che i giovani autori italiani, esordienti o quasi, non lavorano ma “capolavorano”. Nel caso di Emanuele Crialese la frase può essere detta senza alcun sarcasmo: dopo il bellissimo Respiro, con Nuovomondo ci regala davvero un piccolo capolavoro. Il primo aggettivo che viene alla mente ripensando al film è “pittorico”: surrealista nel ritrarre i fiumi di latte della “Califormia”, le olive giganti sognate in superotto, l’onirica pioggia di monete addosso a un uomo che, non solo metaforicamente, si seppellisce vivo pur di non morire a Petralia, profonda Sicilia; caravaggesco nell’uso di colori alla massima saturazione quando descrive Lucy e le sue stoffe nel grigiume della pancia di una nave; degno di Velasquez nelle inquadrature corali di una massa indistinta di migranti anneriti dal fumo delle ciminiere, dalla sporcizia, dalla fatica e dalla fame. Intensissimo nel racconto dell’emarginazione totale di migliaia di persone straniere anche le une alle altre, recluse nel limbo di Ellis Island, che pare una via di mezzo tra un falansterio e un laboratorio per gli esperimenti sulla selezione della razza. Ma sembra che Crialese cerchi di saldare un debito con l’arte in generale e non solo con la pittura: il movimento ondoso dei corpi sballottati durante la tempesta del “grande Luciano” (il grande oceano, come teneramente travisa Salvatore) mimano una coreografia di danza contemporanea, le inquadrature del deserto pietroso siciliano sembrano una scenografia teatrale, mai nascosto è il tributo al cinema neorealista. E gli omaggi sono sempre privi di banalità, inseriti con grande intelligenza nel contesto narrativo. E’ incantevole il modo che Crialese sceglie per narrare l’epopea dei migranti di un tempo, e non si può fare a meno di confrontare le storie di disperazione dei nostri connazionali di inizio Novecento con quelle di coloro che sbarcano sulle nostre coste oggi, anch’essi con la stessa speranza mista a frustrazione, con gli stessi dolori. Eppure non c’è retorica, non c’è enfasi nella mano leggera del regista che sceglie sempre campi di visuale limitati per escludere volutamente lo spettatore da una meta che non apparirà mai, perchè a quella terra di sogni i nostri protagonisti non apparterranno mai del tutto. Solo il nulla di Petralia viene inquadrato in campo largo, all’inizio del film, come a significare che da una terra senza speranza non si può che voler fuggire. Anche i nostri “eroi” si stagliano appena dalla massa: non sono speciali, non hanno abilità particolari, non sognano di cambiare il mondo ma semplicemente di uscire dal nulla senza prospettive in cui hanno vissuto dalla nascita; l’unica figura che si distingue per la sua eccentricità è Lucy, giovane inglese di cui non sappiamo nulla ma che si unisce alla famiglia Mancuso per necessità, in modo spontaneo e senza chiedere permesso, per poi divenirne elemento centrale: bellissime le danze di sguardi con Salvatore sulla nave, tenero il modo in cui suggellano la propria promessa di matrimonio (senza amore, ma forse un giorno verrà anche quello, dicono) davanti ai funzionari della macchina per immigrati di Ellis Island. Sono moltissimi i particolari che rendono davvero speciale il lavoro di Crialese, primo fra tutti il merito di uscire dal circolo vizioso del cinema italiano con un film in costume dal soggetto interessante e raccontato in maniera originale e coinvolgente. E il finale è da applausi.
andreapau 27/09/2006 15:11:54 » Rispondi brava martina!bella l'osservazione sul campo largo a ritrarre petralia terra del nulla.bella l'espansione del citazionismo oltre la cinematografia.molto brava e originale
martina74 27/09/2006 18:24:59 » Rispondi Beh, considerate le mie scarsissime conoscenze di tecnica cinematografica, l'ho sparata giusta! ;) Grazie Andrea, complimenti molto graditi.
Lot 27/09/2006 13:57:13 » Rispondi e va beh, e io che minchia scrivo ora, 'mi è piaciuto perché è bello'?
gerardo 27/09/2006 17:29:38 » Rispondi "E il finale è da applausi." Oh, ma tu sei da applausi!...
martina74 27/09/2006 18:25:45 » Rispondi Sì, perchè uso shampoo Pantene, e vivo il mio tempo. O era Elvive?
(grazie gerry... :) )
gerardo 27/09/2006 19:38:01 » Rispondi Spero non sia il "Pure & Vegetal"...
Pasionaria 28/09/2006 15:33:11 » Rispondi Ehilà Martina, brava! Visti gli entusiasmi andrò a vedermelo presto. Bello l'omaggio caravaggesco e artistico e il parallelismo obbligato ma non retorico con gli emigranti di oggi, si ,mi hai proprio convinta.
Jellybelly 27/09/2006 13:24:59 » Rispondi Tutti questi commenti entusiasti mi stanno iniziando ad incuriosire...
martina74 27/09/2006 13:25:58 » Rispondi E' davvero bellissimo, Jelly: vedilo!
Jellybelly 05/10/2006 10:55:30 » Rispondi Fatto. E mi unisco ai cori entusiasti per questo gioiello, ennesima occasione sprecata del Festival di Venezia per far salire sugli scudi il cinema italiano.
maremare 28/09/2006 23:54:46 » Rispondi perkè io ke t'avevo detto?
Jellybelly 29/09/2006 18:01:22 » Rispondi Mi scusi, Don Mare, se ho osato dubitare della Sua parola e preferire ricevere conferma da una donna. Le giuro che non accadrà più.