“Disse Gesù-Sto aspettando-. -Che cosa?- disse Dìo. -Che tu mi dica quanta morte e quanta sofferenza costerà la tua vittoria sugli altri dèi, con quanta sofferenza e quanta morte si pagheranno le lotte che, nel tuo nome e nel mio, gli uomini che crederanno in noi scateneranno gli uni contro gli altri-.[...] Ebbene, si edificherà una Chiesa, l'assemblea di cui ti ho parlato, ma le sue fosse, per essere ben salde, dovranno essere scavate nella carne, e le sue fondamenta composte da un cemento di rinunce, lacrime, dolori, torture, di tutte le morti oggi immaginabili e di altre che solo nel futuro si conosceranno. [...] E poi, figlio mio, sarà una storia interminabile di ferro e sangue, di fuoco e ceneri, un mare infinito di sofferenza e lacrime.” (da Il vangelo secondo Gesù Cristo)
Dedicato ad Ipazia, ma rivolto a tutti quelli che ancora vivono nell'oscurantismo. Lei che nei secoli è stata messa da parte non solo dai fondamentalisti, poco più che un nome sfuggevole nei libri di storia, mai nessuno ha pensato di dedicare un giorno commemorativo (oggi che ne esistono anche per il pi greco) a questa martire pagana della scienza e della libertà: c'è voluto Amenabar per farla conoscere al grande pubblico come meriterebbe. Ma Agorà non è un semplice bignamino su un periodo storico o un kolossal senz'anima, anzi usa la figura della filosofa e scienziata, troppo avanti per la sua epoca, per una denuncia attualissima e scomoda contro tutte le intolleranze e per ricordare, visto che c'è ne sempre bisogno, 'di che lacrime grondi e di che sangue' il passato e il presente delle religioni. Quello di Amenabar non è dunque un attacco rivolto unicamente al Cristianesimo: tanti messaggi vengono suggeriti dal regista cileno anche se, e qui sta forse il principale difetto, in modo troppo disorganico. Ma Rachel Weisz è bravissima, e l'appassionato entusiasmo che trasmette alla sua Ipazia è contagioso. Oltre alla fantastica ricostruzione scenica è ottimo l'uso della computer grafica, con quei rimbalzi tra la desolazione e il casino della terra e l'armonia silenziosa e la perfezione degli astri, una metafora facile ma affascinante.
La vera Ipazia morì in un modo ancora più violento. Avrei preferito che Amenabar fosse più fedele alla vicenda vera, ma forse quel tipo di morte, la lapidazione, ancora in vigore in molti paesi, è un ulteriore monito contro i fanatismi.
maremare 12/05/2010 09:49:46 » Rispondi ottimo commento. completamente daccordo.
BlackNight90 12/05/2010 19:26:30 » Rispondi Grazie maremare, detto da te fa doppiamente piacere!
suzuki71 12/05/2010 08:43:01 » Rispondi Infatti, concordo appieno. E' vero che il film forse manca di pathos, ma non è possibile non riconoscere l'urgentissimo monito contro i fondamentalismi religiosi (anche quelli striscianti, come la cosiddetta "teocrazia debole" vigente in Italia e di recente riconosciuta come "esempio prezioso" da Navarro-Valls) e l'ingiustizia secolare per questa straordinaria donna dimenticata da sempre per far posto ai santi padri della Chiesa (beh, se dai padri si riconoscono i figli...). Un film che emoziona indirettamente.
Yat81 12/05/2010 09:34:15 » Rispondi Ok sono d'accordo anch'io. Ma allora diamo il giudizio alle intenzioni e ai buoni propositi non al film. Se queste bastano a giudicare il film perchè comunque "emoziona indirettamente"...va bene uguale ma non è il mio metodo di giudizio.
suzuki71 12/05/2010 15:11:38 » Rispondi "Un film che emoziona indirettamente" è probabilmente una svista e non corrisponde a ciò che penso, avrei dovuto aggiungere ANCHE indirettamente A parte che il fim è bello, con i continui rimandi alle stelle, la ricostruzione preziosa degli ambienti, la scena della presa della biblioteca ecc... intendevo dire che un film va qualificato anche per il messaggio che lancia, per le tematiche. Come ho detto nel mio commento, qui non si parla di scontri tra titani o di catastrofi incombenti: in quel caso è chiaro che il voto rispecchia ciò che il film è, non il messaggio che lancia. Ma in questo caso sarebbe ingeneroso e tranchant non tenere conto della delicatezza e della forza assieme del film, dedicato a un bellissimo fiore tra gli sterchi, a una immane ingiustizia quale la caduta della biblioteca di Alessandria (seconda per meraviglia soltanto al Campidoglio!), a una mente tra le più eccelse mai esistite. Il film parla di fatti VERI, della nostra STORIA, cui si cerca di porre riparo dopo secoli e secoli di oscurantismi: TUTTO QUESTO PER ME E' GIA' EMOZIONANTE. Non so se riesco a trasmetterti il mio punto di vista.
Yat81 12/05/2010 21:03:11 » Rispondi Non penso di essere ingeneroso ho solo una diverso modo di valutazione dei film. Capisco e ammiro i contenuti e il coraggio del film,ma non mi convince completamente la sua realizzazione.
BlackNight90 12/05/2010 19:24:47 » Rispondi Sono d'accordo, a me ha emozionato molto "direttamente" altrimenti non gli avrei messo un voto così alto e soprattutto non avrei citato senza motivo il romanzo più emozionante che abbia mai letto.
Pasionaria 12/05/2010 10:00:10 » Rispondi Hai citato uno dei miei romanzi preferiti e l'hai dedicato ad Ipazia, il tuo commento oltre ad essere ottimo rivela una bella sensibilità. Bravo!
BlackNight90 12/05/2010 19:32:21 » Rispondi Grazie Prof! è anche uno dei miei romanzi preferiti, dovrebbero leggerlo tutti, soprattutto nelle scuole ;)